Pratiche religiose, meditazione o preghiera possono aiutare a difendere il cervello dalla depressione. Lo studio pubblicato su Jama Psychiatry che riabilita il ruolo dimenticato della spiritualità.
La meditazione fa bene. E su questo tema, sono ormai decine le ricerche che ne hanno dato conferma. Anche altre pratiche religiose, indubbiamente sono utili anche alla salute. Ma finalmente adesso ne conosciamo il motivo. Le pratiche spirituali, infatti, sarebbero legate a un ispessimento della corteccia cerebrale. Il risultato che ne deriva, secondo alcuni studiosi della Columbia Univerisity, proteggerebbe dalla depressione e da altri disturbi di salute mentale, in particolare nei soggetti geneticamente predisposti.
I sintomi della depressione li conosciamo tutti: la patologia è caratterizzata dalla perdita di interesse nelle attività e nelle relazioni sociali e nella vita stessa. …
… «Il nuovo studio collega questo (estremamente grande) beneficio protettivo della spiritualità o religione – spiega Lisa Miller, professore e direttore di Psicologia e direttore del Spirituality Mind Body Institute presso il Teachers College della Columbia University – Studi precedenti erano riusciti a individuare grandi distese di assottigliamento corticale in regioni specifiche del cervello, nei figli adulti di famiglie ad alto rischio di depressione». …
… Potremmo quindi concludere l’articolo, ricordando l’antico detto di Virigilio – anche se inizialmente il senso era un po’ differente – “Mens agitat molem”, lo spirito vivifica la materia.
– Da lastampa.it del 22-01-14, leggi tutto l’articolo …
– Neuroanatomical Correlates of Religiosity and Spirituality