Gli Hare Krishna sono i tipici rappresentanti di una spiritualità devozionale la cui pratica fondamentale consiste nell’essere continuamente consapevoli della presenza di Dio attraverso il canto dei suoi nomi. Il loro movimento è stato portato in occidente da Srila Bhaktivedanta Svami Prabhupada nel 1966. La loro filosofia discende da una tradizione visnuita. Essi fanno risalire l’origine di ogni male, squilibrio o conflitto all’aver dimenticato la nostra natura spirituale originale e il nostro rapporto con il divino, quindi alla falsa identificazione con l’ego e con il corpo materiale.
I seguaci di questo movimento vivono in comunità di tipo monastico e seguono regole ascetiche. Il loro abbandono fiducioso nelle mani di Dio non è privo di senso critico. Essi esprimono il bisogno di un ritorno alla vita più semplice e idilliaca, in contatto con la natura, e il bisogno di affidarsi a una guida spirituale.
Una parte della giornata deve essere dedicata alla meditazione su Dio e ciò si può fare ripetendo il Maha Mantra: Hare Krishna, Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare.
Nella Meditazione l’uomo cerca il suo miglioramento, rimanendo cosciente. Ne conseguono il rifiuto degli attaccamenti e dei legami terreni e la possibilità di contatto con il divino, che viene spontaneamente, come una grazia: allora la distinzione fra conoscenza, conoscente e conosciuto non ha più importanza. E’ una forma di Meditazione che si basa sulla devozione, che ha la funzione di concentrare il pensiero e poi di trascenderlo, verso una esperienza di unificazione o assorbimento.
[ Da: Meditazione per tutti, Franca Silvani ]
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