Lascia che la mente si raccolga in un singolo punto e lascia che l’attenzione così composta rimanga col respiro. Lascia che il respiro sia l’unico oggetto di cui sei cosciente. Concentrati, finché la mente non diventa sempre più sottile, finché le sensazioni non siano divenute insignificanti e ci siano grande chiarezza e vigilanza interiori.
Allora, quando le sensazioni dolorose si presenteranno, cesseranno gradualmente per conto loro.
Infine osserverai il respiro come se fosse un parente che venga a farti visita. Quando un parente se ne va, lo accompagniamo fuori e lo vediamo andarsene. Lo osserviamo finché non se n’è andato o è sparito dalla vista e allora torniamo dentro. Osserviamo il respiro nello stesso modo. Se il respiro è pesante, sappiamo che è pesante; se è leggero, sappiamo che è leggero.
Mentre diventa sempre più fine, continuiamo a seguirlo e, nello stesso tempo, svegliamo la mente. Finalmente il respiro sparisce completamente e tutto ciò che rimane è la sensazione di consapevole vigilanza.
Ciò è detto venire in contatto col Buddha.
(Ajahn Chah)
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