“La semplice attenzione silenziosa e spontanea alla respirazione, e il suo incontro con il centro ombelicale, non ha alcun rapporto con una ricerca o uno sforzo di concentrazione che è la negazione della libertà”.
Ci sono bisogni fisici, ma non ci sono bisogni psicologici.
Il riposo, l’immobilità del corpo e il rallentamento delle funzioni psicologiche sono necessità allo stesso titolo dell’attività.
Non si può isolarsi volontariamente per meditare, ma si può essere soli nello stato meditativo.
Quando siamo soli, seduti in modo confortevole con il corpo immobile, una agitazione mentale impedisce ogni autentico rilassamento, ogni sensibilità e nuoce al libero gioco della respirazione … la potenza dei nostri condizionamenti non ci permette di essere vigili e silenziosi.
Il silenzio del pensiero è azione e risultato, è stato meditativo.
Quando le circostanze e l’ “intelligenza” fanno sì che il pensiero non abbia più ragione d’essere, il pensiero arriva a una fine.
Dallo stato meditativo viene il rilassamento e la normalizzazione della respirazione. La meditazione non può essere organizzata, nemmeno nella solitudine, e il gruppo crea una dipendenza.
Lo stato meditativo è libertà.
Non c’è dunque premeditazione o motivazione, di conseguenza non c’è soggetto di meditazione.
La meditazione è lo stato di pura attenzione.
La pura attenzione non è limitata a un luogo o a un movimento privilegiato del giorno o della notte.
La semplice attenzione silenziosa e spontanea alla respirazione, e il suo incontro con il centro ombelicale, non ha alcun rapporto con una ricerca o uno sforzo di concentrazione che è la negazione della libertà.
Non c’è differenza tra essere attenti all’incontro della respirazione con il centro vitale ed essere attenti alla totalità del movimento della vita. E’ possibile che durante le attività quotidiane l’inspirare e l’espirare e l’incontro della respirazione con il centro vitale rientrino nel campo dell’attenzione, questo si può produrre naturalmente, ma non può essere ricercato perché non c’è nulla da raggiungere nello stato meditativo.
Il rilassamento deve essere la conseguenza della pace interiore e la pace interiore è nella dimenticanza di sé.
Sedersi all’orientale o all’occidentale non ha nessuna importanza. Non ci si siede per meditare.
Ma essere seduti di preferenza verso il Nord–Nord/Est, la nuca senza tensioni nel prolungamento della colonna vertebrale, in equilibrio e ben diritti, con i muscoli perfettamente rilassati: testa, mascella, lingua (essa è direttamente collegata al cervello), nuca, spalle e bracci, ecc, lascia il libero gioco della respirazione favorire la circolazione del sangue e dell’energia.
All’inizio, lo stato d’attenzione è a volte molto corto. Rapidamente, lo sperimentatore e la nozione d’esperienza riappaiono; essere attento al processo d’identificazione del pensatore, è già lo stato d’attenzione.
Lo stato d’attenzione cresce poi in intensità e in lunghezza, penetra nelle attività quotidiane. L’energia non è dispersa, la vigilanza naturale e costante. Comincia ad infiltrarsi nei sogni senza disturbare il sogno. Non è necessario interpretare i simboli, analizzarli, sono compresi dal vivo e scompaiono con la percezione diretta della loro attualità. All’inizio, si può avere l’impressione di pensare e di sognare di più. Fino a qui, non si era attenti alle attività del pensatore nello stato di veglia e certi sogni soltanto toccavano il conscio. Ormai è tutto il giorno e tutta la notte che il conscio opera. Il regno del silenzio si spande nella coscienza. Il sonno e lo stato di veglia non sono che un solo e stesso movimento. Più si è attenti , più si avanza nella conoscenza di sé e più si stabilisce l’ordine nei registri della memoria, più si è attenti, la mente silenziosa.
Il movimento autentico della vita è falso per il pensiero. E’ quando l’essere è “lavato dal me” che viene ad esistere ciò che è al di là di ogni condizionamento, del tempo e del pensiero. Essere preoccupati per l’energia, concentrarsi su una postura o sul centro ombelicale è sempre un’attività condizionata dipendente da un risultato. Ci sono degli “assediati” della postura giusta e delle energie: ricevere o dare energia, fare circolare le energie, normalizzarle… Cos’è l’energia? Esiste una energia o più energie? Una energia psichica o sessuale, mentale, emotiva o fisica? Qual è la natura della materia? Al di là del pensiero, nella rinuncia al sé, non c’è più chi dà e chi riceve. [ … ] [ segue in: Meditazione, energia e centro vitale – Jean Klein – 2 ]
(Da: Jean Klein – Meditazione, energia e centro vitale – 3èmw Milénaire n. 82 – Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini, sviluppocoscienza.it)