Migliora l’attenzione, l’autocontrollo e l’empatia. E forse rallenta l’invecchiamento. Lo spiega a Wired.it (con molta cautela) il neuroscienziato Clifford Saron, a Genova per il Festival della Scienza.
Si possono misurare gli effetti della meditazione sull’essere umano? È questa la domanda che si sono posti i ricercatori che hanno ideato e condotto il Shamatha Project, uno studio che ha l’ambizione di descrivere quel che succede a chi si sottopone a una pratica costante di meditazione. In questo caso la tecnica è quella particolare del Samatha buddista (solo una delle varie tecniche esistenti), che consiste prevalentemente nel migliorare l’attenzione. “Il primo equivoco che devo sbrogliare quando parlo del progetto è che la meditazione equivalga a non pensare a nulla, a svuotare la mente, mentre i precetti di chi pratica Samatha sono esattamente l’opposto”, spiega Clifford Saron, professore all’ università della California Davis. …
… La meditazione Samatha è l’unica – o la migliore – per ottenere benefici psicofisiologici? “ Non credo, non posso rispondere con sicurezza perché non ci sono studi sufficienti in materia, ma non mi stupirei di ottenere risultati simili studiando i sufi islamici o i mistici cristiani”.