«… quando nella meditazione porto l’attenzione al va e vieni della respirazione, osservo un’azione dell’essere. … La piena coscienza del respiro apre la porta alla calma interiore, qualità d’essere che è già presente nel più profondo dell’essere ma che spesso ignoro perché sono chiuso in quell’altro livello d’essere che è il me inquieto e agitato. Facendo regolarmente l’esercizio della meditazione, rinnovo l’esperienza della calma, sintomo dello stato di salute fondamentale dell’essere umano. …»
3Ml: In un cammino di conoscenza di sé ci si trova confrontati rapidamente con la questione dell’io, del me. In altri termini, chi agisce? Come vivere il modo in cui l’io può avere forme multiple in un cammino a finalità spirituale?
J.C. Ognuno di noi si identifica a quel livello d’essere che riassume nella parola me, senza dubitare che ci possa essere un’altra parte di sé, un altro livello d’essere, cui avere accesso. Credo che sia ciò che mi ha toccato nell’incontro con K.G.Durkheim. Egli parla del me esistenziale e di un altro livello d’essere che chiama Essere Essenziale. Preferisco Natura Essenziale.
Un’azione ordinaria, della vita quotidiana, l’azione di un artigiano o di un artista, può radicarsi nel me ordinario, ma può anche radicarsi a un livello più profondo, la nostra essenza. La questione allora è sapere se esiste un metodo permanente di scoprire quest’altro livello e rimanerci. Durkheim ci propone degli esercizi che permettono il passaggio da un livello all’altro. Io ho avuto la fortuna di praticare l’aikido, il tiro con l’arco e la cerimonia del tè. Questi sono cammini di scoperta e di conoscenza di sé.
Partecipando ad una settimana di pratica intensiva di meditazione senza oggetto, diretta da un maestro Zen giapponese, avevamo un colloquio quotidiano con lui. Avevo molte domande da porgli. Ma ecco che lui mi fece una domanda: “Quando respiri, chi è che respira?”
Ho trovato questo così ridicolo e superficiale in confronto alle domande su di me, che alzando le spalle gli risposi: “ma, quando respiro, sono io che respiro.”
Fu preso d un folle riso che mi meravigliò, ma poi il suo viso cambiò e con uno sguardo severo mi disse: “Se sei tu che respiri, smetti di respirare!”
Fu uno shock decisivo per l’intera mia vita. Facevo l’esperienza che c’è una realtà in me che partecipa all’impossibile, un livello d’essere dove il me non può fare niente.
E che quell’impossibile è l’origine stessa della mia vita, della mia esistenza. Siamo condizionati a cercare l’Essenza in una trascendenza, a cercare l’origine all’esterno. E là per me è stata la scoperta dell’essenza immanente. Questo mi ha immerso in una quiete interiore, in una serenità di cui non avevo ancora fatto l’esperienza. Quando vivete nella pienezza dell’essere, non si pone più la questione del senso della vita, perché ciò che sentite dà un senso. Avevo l’impressione di non aver più rapporto col passato e coll’avvenire. Non c’era che il presente. E questo elimina i rimpianti e le preoccupazioni!
(da sviluppocoscienza.it – Jacques Castermane – La vita in atto – 3ème Millénaire n. 93 – Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini)
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