Non c’è dubbio che le persone e le cose esistono; il problema è come, o in che modo, esistono.
Quando consideriamo un fiore, per esempio, e pensiamo: «Questo fiore ha una bella forma, un bel colore e una bella consistenza», sembra che ci sia qualcosa di concreto che possiede le qualità della forma, del colore e della consistenza. Quando esaminiamo a fondo tali qualità, come pure le parti del fiore, esse ci sembrano qualità o parti del fiore, per esempio il colore del fiore, la forma del fiore, il gambo del fiore e i petali del fiore, come se ci fosse un fiore che possiede queste qualità o parti. Tuttavia, se il fiore esiste davvero come ci appare, dovremmo poter individuare qualcosa di separato da tutte queste parti e qualità che sia il fiore. Ma non possiamo. Non si riesce a trovare un fiore del genere né con l’analisi né con strumenti scientifici, anche se prima sembrava così dotato di sostanza e così facile da trovare. Poiché ha degli effetti, il fiore esiste sicuramente, ma quando cerchiamo di trovare un fiore che esista in sintonia con le idee che ci siamo formati sul suo conto, non ci riusciamo affatto.
Qualcosa che davvero esiste di per sé dovrebbe, se sottoposto ad analisi, diventare via via più evidente; dovrebbe risultare chiaramente. Invece accade l’esatto opposto. Ciò non significa, tuttavia, che non esista, dal momento che è efficace, ossia crea degli effetti. Il fatto che non lo si trovi con l’analisi indica semplicemente che non esiste nel modo in cui appare ai nostri sensi e ai nostri pensieri, fondato concretamente in sé.
Se il fatto di non trovare oggetti sottoposti ad analisi significasse che essi non esistono, non ci sarebbero esseri senzienti né Bodhisattva, non ci sarebbero Buddha né cose pure o impure. La liberazione non sarebbe necessaria; non ci sarebbe motivo di meditare sulla vacuità.
Invece è evidente che le persone e le cose giovano e danneggiano, che il piacere e il dolore esistono, che possiamo liberarci dal dolore e conseguire la felicità. Sarebbe stupido negare l’esistenza delle persone e delle cose che hanno evidentemente un effetto su di noi. L’idea che esse non esistano è una negazione dell’ovvio; è una sciocchezza. Nagarjuna dimostra che i fenomeni sono vuoti di esistenza intrinseca in virtù del fatto che sono sorgere-dipendenti. Questo è di per sé un segno evidente del fatto che il punto di vista secondo il quale i fenomeni non possiedono esistenza intrinseca non è nichilistico.
Nagarjuna non motiva la vacuità dei fenomeni con il fatto che non sono in grado di funzionare; richiama piuttosto l’attenzione sul fatto che sorgono dipendenti da cause e condizioni.
Meditazione:
1) Considera che: Dipendente e indipendente costituiscono una dicotomia. Tutto ciò che esiste è o l’uno o l’altro.
2) Quando qualcosa è dipendente, dev’essere vuoto di esistere per facoltà propria.
3) Non possiamo trovare l’«io» in nessuna delle parti del corpo e della mente che costituiscono la base dell’«io». L’«io», dunque, è fondato non per facoltà propria, ma grazie alla forza di altre condizioni: le sue cause, le sue parti e il pensiero.
(Da: Conosci te stesso – Dalai Lama)
– Dalai Lama – Amazon
– Il Dalai Lama su Macrolibrarsi.it
– Il Dalai Lama su Wikipedia
– Aforismi del Dalai lama su Meditare.it
– Fonte
Dove posso trovare questo discorso di H H il Dalai Lama ? Mi piacerebbe leggere l’originale in lingua inglese e condividerlo con le mie amicizie all’estero. Grazie!
Stefania, il titolo in inglese è questo:
How to See Yourself As You Really Are – Dalai Lama
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Grazie a te. 🙂