“La lentezza è cosa divina. Noi ne abbiamo persa l’abitudine. Lentezza, regolarità, armonia dei movimenti e subito la Coscienza si dispone, il corpo comincia a gioire della minima cosa, l’attenzione è vigile. Noi percepiamo la piena freschezza del mondo, noi comunichiamo, apriamo i nostri sensi alla pienezza. […]
È indispensabile [esplorare] la realtà del mondo nella sua interezza, senza questo ogni ricerca spirituale è illusoria. Essere integralmente presenti a ogni cosa che attraversa la Coscienza, dalla più banale e ripetitiva delle nostre esperienze, è la porta del risveglio.
Nel tantrismo tutti i processi corporali e mentali sono legna che aggiungiamo al grande fuoco che consuma l’ego e ci fa entrare senza sforzo nell’assoluto. Questa foresta nella quale camminiamo è l’assoluto. Non vi è nessuna frontiera tra i fenomeni e l’assoluto, si compenetrano perfettamente. Coloro i quali ignorano questo cercano l’assoluto allontanandosi dal fenomenico. Si impongono ogni sorta di austerità. Temono la realtà e cessano di giocare con la vita per subirla come un castigo. La loro Coscienza appassisce come un fiore strappato dalle radici.
Nel tantrismo, noi mettiamo in gioco senza sosta la integralità dell’essere umano, senza far distinzione tra il puro e l’impuro, la bellezza e la bruttezza, il bene e il male. Tutte le coppie di opposti si dissolvono nel divino. Nessuno è privo delle più nere pulsioni, delle capacità più sublimi. Noi cominciamo a comunicare con il divino quando accettiamo completamente lo spettro dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. Ogni bellezza ha la sua parte d’ombra: cercando di toglierla ci inaridiamo. Quando in tutte le cose non si vede che una sola e unica energia divina, la Coscienza non può più smarrirsi, la sadhana si arricchisce della globalità dell’esperienza e non più di fantasmi di purezza, di realizzazione spirituale, di forza o di grandezza che sono inconsistenti.
Nutrirsi di purezza, è come nutrirsi di un latte privo di tutte le qualità nutritive. Quelli che sono su questa via diventano degli esseri aridi, la loro sola possibilità di sopravvivenza è di mettersi a tiranneggiare una Coscienza gioiosa e aperta al mondo. […] Senza una connessione profonda con le cose, il Cuore non si apre. Tutto ciò che escludiamo dalla nostra esperienza, per principio, per credenza, per paura, per ideale, per ignoranza o per mancanza d’attenzione, alimenta il nostro sistema protettivo che si trasforma lentamente in prigione”.
– Daniel Odier – Macrolibrarsi
– Daniel Odier – Amazon
– http://www.danielodier.com