Il pensiero distrugge la percezione, la percezione che è amore. Il pensiero può offrire solo il piacere, e nell’inseguimento del piacere l’amore è spinto da parte. Il piacere di mangiare, di bere, trova la sua continuità nel pensiero, e non ha senso limitarsi a controllare o reprimere questo piacere prodotto dal pensiero; in questo modo si creano solo varie forme di conflitto e costrizione.
Il pensiero, che è materia, non può ricercare ciò che è al di là del tempo, perché il pensiero è memoria, e l’esperienza racchiusa nella memoria è morta come le foglie dell’autunno passato.
Nella consapevolezza di tutto ciò viene l’attenzione, che non è frutto della disattenzione. È stata la disattenzione a determinare le piacevoli abitudini del corpo e a rendere ottusa la percezione. La disattenzione non può essere trasformata in attenzione. La consapevolezza della disattenzione è attenzione.
La visione di tutto questo processo complesso è meditazione, e solo la meditazione può dare ordine a questa confusione: un ordine assoluto come quello matematico, da cui si produce l’azione, l’agire immediato. L’ordine non è disposizione, forma e misura: queste cose vengono molto dopo. L’ordine nasce in una mente che non è ingombra degli oggetti del pensiero. Quando il pensiero tace c’è il vuoto, che è ordine.
(Jiddu Krishnamurti)
– Jiddu Krishnamurti – tratto da: Meditazione
– Libri di Jiddu Krishnamurti su macrolibrarsi.it
– it.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti
– krishnamurti.it
– jkrishnamurti.org