Era davvero un fiume meraviglioso, ampio, profondo, con tante città sulle rive, così spensieratamente libero eppure senza mai lasciarsi andare. C’era tutta la vita sulle sue rive, campi verdi, foreste, case solitarie, morte, amore e distruzione; c’erano lunghi, ampi ponti al di sopra, eleganti e funzionali. Altri corsi d’acqua e fiumi vi confluivano, ma quel fiume era la madre di tutti i fiumi, piccoli e grandi. Era sempre pieno e sempre puro, e di sera era una benedizione contemplarlo, col colore sempre più fondo delle nuvole, e le sue acque d’oro. Il piccolo rivolo d’acqua, lontano, lassù fra quelle gigantesche rocce che sembravano tutte concentrate a produrlo, era l’inizio della vita, e la sua fine era oltre le sue rive e oltre i mari.
La meditazione era come quel fiume, solo che non aveva né principio né fine; cominciava, e la sua fine era il suo principio. Non c’era alcuna causa e il suo movimento era il suo rinnovarsi. Era sempre nuova, mai si condensava per invecchiare; mai si corrompeva, poiché non aveva radici nel tempo. È bene meditare senza far forza e senza fare sforzi, cominciando con un rivolo d’acqua fino ad arrivare oltre il tempo e oltre lo spazio, dove il pensiero e il sentimento non possono entrare, dove non c’è esperienza.
(Jiddu Krishnamurti)
– Jiddu Krishnamurti – tratto da: Meditazione
– Libri di Jiddu Krishnamurti su macrolibrarsi.it
– it.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti
– jkrishnamurti.org