“Stai vivendo in un mondo quasi del tutto insano che non sa usare la ragione. Se riesci a meditare, proprio solo questo, hai fatto più di quello che ci si può aspettare da un uomo contemporaneo, e se la meditazione sta andando bene continui a ripetere “Grazie Mio Dio !” Ma nella meditazione non si arriva mai ad una vetta, non devi ricordarti di dire “Amen!”, non c’è bisogno.
La meditazione piano piano si trasforma nella tua illuminazione, un giorno improvvisamente ne diventi consapevole. Dov’è finito tutto quel buio? Dov’è quel continuo rimescolamento e correre di pensieri? Dov’è andata a finire la mente? Improvvisamente sei diventato come una canna vuota di bambù, ma la tua vuotezza non è esattamente un vuoto, è piena di gioia e di saperne gioire ancora. Danzi senza alcuna ragione, canti quando non ce n’è bisogno, canzoni che non hai mai composto, o danzi dei balli che non hai mai imparato e si sono spontaneamente presentati nella tua consapevolezza.”
Questa è illuminazione ma, non farne una meta.
La meditazione è sufficiente, tutto il resto segue per suo conto.”
(Osho, The Great Pilgrimage: From Here to Here, Talk #9)
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