“La meditazione di consapevolezza, vipassanā, e il momento presente” di Corrado Pensa e Neva Papachristou.
Il tema del momento presente è un tema molto centrale in tutte le grandi tradizioni spirituali e concerne la capacità di stare il più possibile nel qui e ora. Questa aspirazione a dimorare nel presente tuttavia non è avvertita solo dalle tradizioni spirituali. Infatti molti di noi sentono nel proprio intimo che apprendere quest’arte è qualcosa capace di generare trasformazioni profonde nelle nostre vite.
Il Buddha ha offerto numerosi insegnamenti sulla preziosità del momento presente; tra questi uno dei più famosi, e più citati, è quello dal titolo indicativo: Il discorso di colui che si diletta dell’unica cosa che conta. Qui il Buddha ci esorta a osservare con un’ “attenzione invincibile e incrollabile” qualunque cosa sorga in questo momento, senza perderci nel passato e nelle aspettative per il futuro. E conclude la sua esortazione con queste parole incisive:
Colui che dimora ardentemente così nel momento presente,
che si impegna di continuo giorno e notte,
è detto “colui che si diletta dell’unica cosa che conta”,
è definito “calmo”, “saggio”.
Con questi versi il Buddha ci esorta ad abitare il momento presente per la cruciale ragione che, di fatto, non esiste altra realtà che quella presente qui e ora. La particolarità di questo discorso sta in questo, che il Buddha ci spiega come stare nel momento: con un’ attenzione continua, “invincibile e incrollabile”, che dunque si contrappone nettamente a un’attenzione discontinua e casuale. Attenzione mossa non già dall’aspirazione a stare nel presente, bensì dalla diffusa tendenza ad afferrare ciò che piace o che è familiare, e a respingere, invece, quello che non ci piace o che non conosciamo. Osserviamo inoltre che l’attenzione insegnata dal Buddha deve essere nutrita e sostenuta da una pratica meditativa sollecita. Dimorare ardentemente nel momento presente è qui descritto come “l’unica cosa che conta”. Infatti coloro che vivono secondo questa maniera sono definiti saggi e in pace. Perché “l’unica cosa che conta?”. Perché, diversamente dalla prospettiva ego-centrata che è condizionata dalla nostra confusione e dalle nostre preferenze, abitare risolutamente nel momento presente è un’arte che ci apre a una spaziosità e a un’ampiezza incondizionata, impensabili fino a quando siamo offuscati dagli inquinanti mentali.
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