La percezione senza la parola, vale a dire senza il pensiero, è uno dei più strani fenomeni. E’ molto più acutamente ricevuta non solo dal cervello ma da tutti gli altri sensi. Non è più la frammentaria reazione dell’intelletto o della sfera emotiva; potrebbe essere chiamata totale ed ha la natura della meditazione.
Nella meditazione percepire, senza l’antitesi « io » percipiente — cosa percepita, significa comunicare con l’altezza e la profondità dell’immenso. E’ cosa del tutto diversa dall’osservare un oggetto senza l’io osservatore, dato che qui non v’è alcun oggetto e quindi alcuna esperienza. Tuttavia la meditazione può aver luogo ad occhi aperti e mentre si è circondati da oggetti di qualunque specie. Ma non avranno nessuna importanza; vedendoli non si darà inizio al solito processo di riconoscimento, di conseguenza, non si sperimenterà. Qual è lo scopo di un simile meditare? Nessuno. Non dà alcun utile. Dà però un moto di grande estasi che non può essere confusa col piacere. E’ un’estasi che conferisce agli occhi al cervello al cuore la qualità dell’innocenza. Se non si scopre la vita come cosa totalmente nuova, non restano che la noia, l’insignificanza della routine. Dunque è estremamente importante la meditazione che apre la porta all’immensurabile.
[ Da: Jiddu Krishnamurti – Meditazione ]
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– Krishnamurti (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti
– Aforismi di Jiddu Krishnamurti su Meditare.it