«Allora, Bahiya, tu devi esercitarti in questo modo: in ciò che vedi ci dev’essere solo ciò che vedi, in ciò che odi ci dev’essere solo ciò che odi, in ciò che percepisci solo ciò che percepisci, in ciò che conosci solo ciò che conosci.
Quando per te, Bahiya, in ciò che vedi ci sarà solo ciò che vedi, in ciò che odi ci sarà solo ciò che odi, in ciò che percepisci ci sarà solo ciò che percepisci, in ciò che conosci solo ciò che conosci, allora per te, Bahiya, non esisterà più un “quindi”, non ci sarà neppure un “perciò”, non ci saranno per te nemmeno un “qui” e un “là” e neppure un “né qui né là”. Questa sarà la fine della sofferenza»
(Udana 1, 10)
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Questo passo di Udana è sempre stato per moltissimi un punto di ispirazione nella meditazione. Grazie, Nick per averlo pubblicato.