[Dàoxìn (anche: Tao-hsin. In giapponese: Dōshin; Henan, 580 – 651) è stato un monaco buddhista cinese, IV patriarca della scuola Chán.]
Nel Chuánfǎbǎojì, testo rinvenuto nelle Grotte di Mogao, vengono riportate alcune indicazioni di Dàoxìn rispetto alle tecniche meditative in cui egli avrebbe sostenuto:
«Sta’ seduto in meditazione con sforzo zelante! Lo star seduti in meditazione è il fondamento… Chiudi la porta e sta’ seduto! Non leggere Sutra, non parlare con gli uomini. Se tu pratichi così e ti sforzi per molto tempo, allora il frutto è dolce, come per la scimmia che prende il gheriglio dal guscio. Di costoro ne esistono poche»
mentre nel Rùdào ānxīn yào fāngbiàn fǎmén (Il riposo della mente che entra nella Via), un testo sempre a lui attribuito e rinvenuto delle Grotte di Mogao, Dàoxìn sostiene:
«La mente che ‘pensa al Buddha’ (niànfó) è il Buddha»
quindi Dàoxìn, pur citando Zhìyǐ e riprendendo la critica della pratica unilaterale dell’esegeta dello zhǐguān quando riporta:
«La mente che pratica la ‘concentrazione’ sprofonda; la mente esperta nel discernimento si disperde»
brano che ricorda infatti il Tóngméng Zhǐguān di Zhìyǐ dove viene affermato che:
«Praticare la concentrazione soltanto senza tenere in considerazione il discernimento produce ottusità, praticare il discernimento senza tenere in considerazione la concentrazione produce infatuazione, e anche se questi sono difetti relativamente minori, contribuiscono a generare opinioni errate»
Dàoxìn esprime tuttavia anche temi tipicamente cittamātra del Laṅkāvatāra sūtra semplificati in un approccio concreto e radicale alla pratica meditativa personale:
«Basta abbandonarsi al correre delle cose. Senza cacciare i pensieri e senza tenerli, la mente da sola è purezza e infine da essa emerge la chiarezza e la purezza naturali»
Una differenza di accenti con il Tiāntái di Zhìyǐ su dottrine e pratiche, soprattutto sulla critica alle scritture, rilanciando il primato della meditazione, che porta oggi gli studiosi statunitensi Richard H. Robinson e Williard L. Johnson a sostenere:
«il punto di forza del sistema Tiantai, ovvero la sua globalità, era anche la sua debolezza, in quanto chiedeva ai suoi seguaci di effondere le proprie energie nello sforzo di conoscere profondamente tutte le aree della dottrina e della pratica. Questa potrebbe essere una delle ragioni per cui, nel VII secolo, molti monaci Tiantai passarono alle nuove scuole Chan in via di sviluppo».
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– Tao-Hsin (Dàoxìn) – wikipedia
– BUDDHISMO & MEDITAZIONE –
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– Buddha e Buddismo – Macrolibrarsi