“Non è tanto il pensiero, ma sono i cinque sensi che ti danno l’accesso più veloce a quest’apertura verso la tua vera natura. Ad esempio, se ascolti questo istante per intero, in ogni suo aspetto, e non solo i suoni che giungono alle orecchie, se senti tutto l’attimo presente, con tutto te stesso, ti apri ben oltre i confini del tuo piccolo io. Appare una sensazione particolare nel tuo corpo, e la senti – si estende, si allarga. Senti la quiete assoluta. Senti gli uccellini. Senti com’è sentire un suono.
I cinque sensi ti danno accesso immediato, al di là della realtà virtuale mentale, a qualcosa che non è cercato dalla mente. È sbalorditivo ciò che accade, quando consenti ai tuoi cinque sensi di spalancarsi. Ti rendi conto che il novantanove per cento del tuo problema è dovuto al fatto di relegare, concentrare tutto in una sola direzione, mentre quando ti apri alla totalità tutto diventa chiarissimo. E se ricominci a soffrire, è perché i tuoi cinque sensi hanno rinunciato a rivolgersi alla totalità per concentrarsi su una cosa sola, che causa sofferenza.
[…] Hai focalizzato tutta la tua attenzione su un frammento dell’esperienza e hai così impedito al Non-nato di prendersi cura di sé. Non appena l’attenzione si espande, si percepisce chiaramente come il Non-nato si prende cura di sé e ogni cosa segue il suo giusto corso […]. In seguito, riesci a spingerti oltre al tuo punto di vista limitato e a vedere che non è esatto affermare che tu percepisci tutte queste esperienze, ma che invece è la totalità che percepisce se stessa”.
[…]
“Quando sei aperto, fai la tua esperienza senza filtri […]. Non cerchi di proteggerti […].
Quando doni a te stesso la meravigliosa possibilità di non affannarti a trovar te stesso in qualche concetto o emozione particolare, allora l’apertura si dilata a tal punto che la tua identità si trasforma sempre più in uno spazio aperto, cessando di essere solo un punto di riferimento mentale, sotto forma di convinzione o di sensazione fisica. Il punto principale non è sbarazzarsi dei pensieri o delle emozioni, ma non sentirsi confinati al loro interno. […]
Niente può disturbare l’apertura. Niente può disturbare la nostra vera natura. Restiamo turbati soltanto quando ci chiudiamo, identificandoci con un dato punto di vista, un concetto riguardo a chi siamo o a chi crediamo di essere; allora ci troviamo in conflitto con quello che accade. […]
Basta essere, rimanendo in questo luogo privo di parole”.
(Da: La danza del vuoto: Piena realizzazione del Sé – Adyashanti)
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– https://en.wikipedia.org/wiki/Adyashanti
– Fonte