Un maestro vedantico, T.M.P. Mahadevan, suggeriva di immergersi meditando nel senso della frase «ho saporitamente dormito», specie su chi, su che cosa sia l’io sottinteso. E’ un io che si dovrebbe saper cogliere astraendo sia dall’io di veglia che dall’io onirico. Si può far cadere l’accento della frase sul primo membro, dicendo: «io ho dormito saporitamente», e approfondire i significati della meraviglia che si prova per essere quell’io, per la continuità che lo lega all’io di veglia che su di esso sta meditando.
Sul discrimine fra veglia e sonno, al risveglio o nell’assopimento, aleggia al di sopra e della veglia e del sogno una traccia dell’io dormiente, persiste o si preannuncia questo io indeterminato, unificato, universale, al di qua di ogni identificazione o proiezione, e tuttavia non del tutto insussistente: un «come» piuttosto che un «qualcosa». Non è insensato, infatti, dire che si dormirà o si è dormito «saporitamente». L’esperienza metafisica è l’esperienza di questo io in qualche modo sussistente nel sonno senza sogni. E’ lecito obiettare che non si sperimenta in modo diretto questo io assopito, perché se ne serba soltanto un ricordo, e nulla comprova che la rimembranza sia autentica. Si è talvolta affermato che nemmeno dell’io onirico, avendone soltanto memoria, si è mai sicuri. Si dimentica però che anche della veglia ci si sovviene soltanto, sia pure a tempi brevissimi: non esiste l’immediatezza, tutto è mediato, memorizzato. Gli anestetici bloccano il ricordo, non la sensazione stessa, il cui engramma, sotto ipnosi, può emergere in pieno. Si dimentica che di sopore è compenetrata la veglia: essa lampeggia in modo discontinuo su un fondo di sonno. Sia un lavoro abituale che un’opera rapinosamente ispirata si eseguono in modo trasognato, da addormentati. Come nei concerti l’apice supremo è un silenzio nel quale è come se si raccogliesse in uno la miriade di pause che costella e compone la musica, così il sonno altro non è che l’apice in cui si raccolgono tutti gl’intervalli di sopore nella veglia, i quali formano come il fondo oro su cui si staglia la discontinuità dell’autocoscienza.
L’Imitazione di Cristo propone come tema di meditazione il quesito: Dove sei quando non sei presente a te stesso? Era una vecchia tecnica devozionale. Si è automaticamente efficienti, lucidi al di là dell’attenzione riflessa, nell’empito entusiasta: la veglia più intensa coincide col sonno profondo. Si esclama talvolta: «Ho perso la nozione dello spazio e del tempo», luogo comune degl‘innamorati, dei combattenti, degli artisti, di chiunque sia così assorto in ciò che vive da agire come un sonnambulo. Al culmine dell’impegno di veglia si dorme: quando se ne sia perfettamente consapevoli, si è in grado di avvertire nitidamente l’io quasi inafferrabile di «io ho dormito saporitamente», un io elusivo, sottile, quello stesso dei rapimenti estatici, dei momenti nei quali si scivola beatamente lungo un cammino predestinato. Quali opere meravigliose si compiono del resto nel sopore notturno, quali masse smisurate di inani superfluità si scaricano allora nel nulla, quali liberazioni non si ottengono! Basterebbe, al magico istante del transito fra sonno e risveglio, far tesoro della sensazione d’aver saporitamente dormito: sapendola trattenere in cuore, si godrebbe nel pieno tumulto del giorno di una pace profonda. Ma si rilutta ad ammettere che l’io del sonno sia l’identità ideale: una mente servile crede che l’autocoscienza sia superiore all’abbandono, che lo sforzo sia più degno della sprezzatura, come se l’essere non precedesse ontologicamente la coscienza. Una volta che si sia compreso il significato del nostro io di sonno, si può rispondere alla sfida zen: “Mostrami la faccia che avevi prima di venire al mondo”.
(Da: E. Zolla, Archetipi, Aure, Verità segrete, Dioniso Errante)
Elémire Zolla (Torino 1926 – Montepulciano 2002) è stato uno scrittore, filosofo e storico delle religioni italiano, conoscitore di dottrine esoteriche e studioso di mistica occidentale e orientale.
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– Elémire Zolla (macrolibrarsi)
– Elémire Zolla (wikipedia)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Imitazione_di_Cristo
– Fonte