In meditazione profonda può accadere di udire un suono. Assomiglia al suono del mare, spesso è l’inizio del silenzio.
«È il suono che gli antichi in Oriente chiamavano il suono dell’universo, il suono dell’esistenza. Lo hanno chiamato omkar. È il suono dell’Om e se ascolti attentamente udrai che la parola Om è ripetuta di continuo in quel suono. Om non fa parte di alcun alfabeto, è la sola parola al mondo che non appartiene a un alfabeto e che non significa nulla. Semplicemente richiama il suono dell’esistenza. Quando sei assolutamente silenzioso puoi udirlo.
[ … ] Quindi ciò che senti è ciò che nel corso dei secoli hanno udito tutti coloro che hanno raggiunto un certo stato di silenzio. È il suono dell’esistenza, è il canto dell’esistenza. [ … ] mi chiedi se devi fare qualcos’altro oltre a osservare. No, qualsiasi altra attività disturberebbe l’osservazione. Osserva e basta, ma con più gioia, con più amore. Non osservare in modo arido, ma con più trasporto. Osserva come un poeta guarda l’alba, o come un pittore guarda un fiore, o come un amante guarda l’amato.
[ … ] Questo è il modo autentico di conoscere il mantra supremo. Ripetere Om, Om… è semplicemente stupido. Non devi affatto ripetere, devi essere assolutamente silenzioso e posseduto dall’esistenza, e poi è l’esistenza che ripete in te, in ogni fibra del tuo essere, il suono Om. [ … ]»
(Da: Osho, The New Dawn #27 – Continua su Osho Times n. 228)
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Ricordo il primo suono udito in meditazione profonda: quello di campane … con aumento della gradualità da lieve a molto distinta.