Il silenzio è come un’immensa distesa senza fine, è l’essenza della vacuità. Non abbiate paura di questa parola per favore. La parola vacuità è legata alla parola vacante, vacanza, vale a dire avere il piacere di essere disponibile, tranquillo e talvolta percepire e ricevere questa immensità. …
… La vera osservazione, profonda, esiste per l’assenza stessa del pensatore, dell’io, dell’entità che parla e che commenta. Vi è l’osservazione, lo sguardo vivo, in questa azione non ha il suo posto, e l’esistenza del pensatore svanisce come una foglia d’autunno che cade al suolo, semplicemente e con grazia. In questa assenza il silenzio è percepito, e non vi è nessuno per percepire questo, non vi è che la percezione del silenzio e il silenzio.
Non possiamo risiedere nel vuoto, altrimenti non è più il vuoto, e nello stesso modo non possiamo dimorare nel silenzio, ma esso stesso può invadere tutta la vita, può estendersi a tutta l’esistenza dell’essere umano.
Quando il silenzio inonda tutta la vita, allora questa vita diventa una creazione vivente, cangiante. E’, allora, un suono vivente ed il Canto sacro della vita corre sul mondo.
(Il silenzio ed il canto della vita – traduzione a cura di Maurizio Redegoso Kharitian)
Il silenzio è una delle porte d’ingresso più pratiche per accedere, con criterio, alla sfera d’influenza della meditazione.
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