Quando vi osservate con molta attenzione, quando siete consapevoli senza scelta di ogni pensiero, di ogni sentimento, allora scoprite che c’è un pensatore e c’è il pensiero; che c’è un’entità che esperisce, un osservatore, e c’è l’esperienza, l’osservato. Questo è un fatto, non è così? C’è un censore, un’entità che giudica, valuta, pensa, osserva; e c’è la cosa che viene osservata.
Perciò c’è un pensatore e c’è il pensiero, c’è una divisione fra il pensatore e il pensiero. Il pensatore cerca di dominare il pensiero, di cambiarlo, di modificarlo, di controllarlo, di forzarlo, cerca di imitare e così via. Questa divisione tra pensatore e pensiero crea conflitto perché il pensatore è sempre il censore, l’entità che giudica, che valuta. Tale entità è condizionata, perché nasce come reazione al pensiero, che è esso stesso una mera reazione di condizionamento, di memoria. Capite signori? Questa è una cosa molto semplice, che voi stessi potete scoprire.
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