“I pensieri vanno e vengono, si ripetono. […] La maggior parte del tempo non vi accorgete nemmeno della presenza dei pensieri. Non possono rimanere lì, sono in movimento. Quando vi rendete conto che c’è caos, ebbene, non può restarvi a lungo, sarà scacciato via dalla prossima cosa. Non dovete fare assolutamente nulla. Prima che vi accorgiate di ciò che sta accadendo, sarà andato via. […]
Non sono problemi, diventano problemi solo quando vi sedete in un angolino a cercare di meditare e controllare i vostri pensieri.
I pensieri si agitano in voi.
Salgono su dentro di voi a ondate.
Come intendete controllarli?
Voi non li controllate. Non è possibile che voi li controlliate. Tutto questo è un esercizio di futilità. Futile. Non c’è assolutamente nulla che dobbiate fare.
Quest’uomo (U.G. indica se stesso) non è fatto di pietra, è toccato da ogni cosa che capita lì (indica attorno a sé). E non si cura di crearsi una corazza. L’uomo religioso invece ha costruito attorno a sé una corazza. […] I sensi sono come cavalli selvaggi che corrono di qua e di là, in tutte le direzioni, a seconda della situazione, senza nessuno che li controlli. Quest’azione è il movimento della vita, il vero movimento della vita, che è privo di direzione.
[…] Non sto parlando di un atteggiamento fatalista, ma di impedire al passato di interferire col presente ed improntarlo di sé”
(U. G. Krishnamurti)
– Fonte: La Meditazione Come Via
– La mente è un mito. Conversazioni sconcertanti con un uomo chiamato U. G. – di Uppaluri G. Krishnamurti e G. Turchi – Amazon
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