Può la meditazione aiutare a superare la sofferenza? Si, ma dovremmo, innanzitutto, rinunciare a darci pena per far sì che le cose siano come fantastichiamo che dovrebbero essere.
«È possibile prendere la nostra esistenza come un mondo sacro, prendere questo luogo come uno spazio aperto piuttosto che come un buio vuoto claustrofobico. È possibile avere un rapporto di amicizia con la nostra natura egoistica, è possibile apprezzare il gioco estetico delle forme nel vuoto ed esistere in questo luogo come sovrani maestosi della nostra stessa coscienza.
Ma per farlo avremmo dovuto rinunciare ad afferrare le cose e a darci pena per far sì che siano come fantastichiamo che dovrebbero essere. In questo modo la sofferenza è causata dall’ignoranza; ovvero la sofferenza, esagerata dall’ignoranza o dal cieco attaccarsi e aggrapparsi alla nostra idea di ciò che riteniamo debba essere, è ciò che provoca la sofferenza della sofferenza. La sofferenza in sé non è tanto dolorosa, è il risentimento verso la sofferenza a procurarci il vero dolore.»
Allen Ginsberg
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