Nota: Alcione è uno pseudonimo di Jiddu Krishnamurti quand’ancora si trovava sotto l’ala protettrice della Società Teosofica.
E’ un documento interessante in quanto si può verificare la notevolissima differenza del giovane e, com’egli stesso affermò ripetutamente, più che condizionato Jiddhu krishnamurti, dal maestro libero e consapevole quale divenne in età più matura.
Mi piace riportarlo per consentire a tutti di riflettere – e dialogare – sull’incredibile differenza e trasformazione che Jiddhu Krishnamurti subì non appena riuscì ad approfondire la propria visione ed esprimersi secondo coscienza.
ALCIONE – AI PIEDI DEL MAESTRO
– Parte prima –
[…]
Queste parole non sono mie; sono le parole del mio Maestro. Senza di Lui non avrei potuto far nulla; ma col Suo aiuto ho messo i piedi sul Sentiero. Anche tu desideri entrare sullo stesso Sentiero, onde le parole che Egli mi rivolse aiuteranno te pure, se le obbedirai. Non basta dire che sono belle e vere; chi vuol riuscire deve fare esattamente quanto esse prescrivono. Un affamato non si sazia guardando il cibo e dicendo ‘che buono’: bisogna che egli stenda la mano e mangi. Allo stesso modo non basta che tu ascolti le parole del Maestro: devi mettere in pratica quanto Egli dice, prestare orecchio a ciascuna parola, porre in atto ogni cenno. Un cenno che non hai seguito, una parola lasciata sfuggire sono perduti per sempre, poichè Egli non parla due volte.
Quattro sono i Requisiti per questo Sentiero:
Discernimento
Assenza di desiderio
Retta condotta
Amore.
Cercherò di ripeterti quanto il Maestro mi ha detto su ciascuno di essi.
AI PIEDI DEL MAESTRO I
DISCERNIMENTO
Il primo di questi Requisiti il Discernimento; con questo generalmente s’intende il discernimento tra il reale e l’irreale, che conduce gli uomini ad entrare sul Sentiero. E’ ciò, ma anche molto di più; e deve essere praticato non solo all’inizio del Sentiero, ma a ciascun passo su di esso, ogni giorno sino alla fine. Tu entri sul Sentiero perchè hai imparato che soltanto su di esso si trovano quelle cose che meritano di essere conseguite. Gli uomini che non sanno, lavorano per acquistare ricchezze e potere; ma queste durano al più una sola vita e perciò sono irreali. Vi sono delle cose più grandi di queste, cose reali e durature, e scorte che tu le abbia, non hai più desiderio per le altre.
In tutto il mondo vi sono soltanto due specie di uomini: quelli che sanno e quelli che non sanno; e ciò che conta è questa conoscenza. La religione che un uomo professa, la razza a cui appartiene non sono cose importanti: quello che veramente importa è questa conoscenza – la conoscenza del piano di Dio per gli uomini. Poichè Dio ha un piano, e questo piano è l’evoluzione.
Una volta che l’uomo ha scorto questo piano e lo conosce veramente, non può fare a meno di lavorare per esso e di identificarsi con esso, perchè è tanto glorioso, tanto bello. Così, perchè sa, egli si schiera dalla parte di Dio, e diviene un sostenitore del bene ed un oppositore del male, lavora per l’evoluzione e non per il proprio interesse.
Se è dalla parte di Dio egli è uno di noi, e non importa menomamente se si chiama indù o buddista, cristiano o maomettano, se indiano o inglese, cinese o russo. Quelli che sono dalla Sua parte sanno perchè sono qua e che cosa devono fare, e cercano di farlo; tutti gli altri non sanno ancora che cosa devono fare e per conseguenza spesso agiscono stoltamente e cercano di escogitare metodi che credono potranno riuscir loro piacevoli, non rendendosi conto che tutti siamo uno, e che perciò soltanto quello che l’Uno vuole può, in realtà, essere piacevole per ognuno.
Essi seguono l’irreale invece del reale; fino a che non hanno imparato distinguere tra questi due, non si sono ancora schierati dalla parte di Dio – perciò questo discernimento è il primo passo.
Ma anche dopo che la scelta stata fatta, rammentati che del reale e dell’irreale ci sono molte varietà, e che conviene ancora distinguere tra il bene ed il male, tra ciò che ha importanza e ciò che non l’ha, tra l’utile e l’inutile, tra il vero ed il falso, tra l’egoistico ed il disinteressato.
La scelta tra il bene ed il male non dovrebbe essere difficile, perchè quelli che vogliono seguire il Maestro hanno deciso di fare il bene ad ogni costo. Ma il corpo e l’uomo sono due cose differenti, e ciò che l’uomo vuole non è sempre quello che il corpo desidera. Quando il tuo corpo desidera qualche cosa, sosta e rifletti se tu veramente desideri quella cosa. Perchè tu sei Dio, e vuoi soltanto quello che Iddio vuole; ma fa d’uopo che tu ricerchi nelle profondità del tuo essere per trovare Dio in te stesso, e per udire la Sua voce che è la tua voce. Non confondere i tuoi corpi con te stesso – nè il corpo fisico, nè l’astrale, nè il mentale. Ciascuno di questi pretender di essere il Sè, allo scopo di ottenere quanto desidera. Ma tu devi conoscerli tutti e conoscere te stesso quale loro padrone.
Quando vi è un lavoro da compiere il corpo fisico vuol riposare, andare a passeggio, magiare o bere; e l’uomo che non sa dice tra sè: “Io voglio fare queste cose e debbo farle”. Ma il savio dice: “Questo che desidera non sono io, e bisogna che aspetti un poco”. Sovente, quando si presenta l’occasione di aiutare qualcuno, il corpo suggerisce subito: “Quanta fatica sarà per me, lasciamo che altri lo faccia”. Ma l’uomo risponde al suo corpo: “Tu non mi ostacolerai nel compiere un’opera buona”.
Il corpo è un animale al tuo servizio – il destriero sul quale cavalchi. Perciò trattalo bene e abbine cura; non strapazzarlo e nutrilo convenientemente, soltanto con cibi e bevande pure, e mantienilo sempre scrupolosamente pulito, libero dalla più piccola macchia di sudiciume. Perchè senza la perfetta nettezza e la perfetta salute del corpo non potrai compiere l’arduo lavoro di preparazione, non potrai sopportare lo sforzo incessante che esso richiede. Ma devi sempre essere tu che padroneggi quel corpo e non il contrario.
Il corpo astrale ha i suoi desideri – desideri a profusione; vuole che tu vada in collera, che tu dica parole aspre, che tu sia geloso, avido di denaro, invidioso della roba altrui, che tu ti lasci sopraffare dallo sconforto. Esso desidera tutte queste cose, e molte altre ancora, non perchè vuol farti male, ma perchè ama le vibrazioni violente e gli piace cambiarle continuamente. Ma tu non vuoi nulla di questo, e perciò devi discernere tra i tuoi bisogni e quelli del tuo corpo.
Il tuo corpo mentale desidera considerarsi orgogliosamente separato dagli altri, pensare molto a sè e poco al prossimo. Anche quando tu l’abbia distolto dagli interessi mondani, cercherà ancora di essere egoisticamente calcolatore e di farti pensare al tuo progresso anzich èal lavoro del Maestro ed all’aiuto da dare agli altri. Quando mediti cercherà di farti pensare alle molte varie cose che esso brama, anzich èall’unica cosa che tu vuoi. Tu non sei questa mente, ma essa è tua perchè tu te ne serva; onde anche in questo necessario il discernimento. Vigila senza posa, altrimenti fallirai.
L’Occultismo non conosce compromessi tra il bene ed il male. Fa ciò che è retto, a qualunque costo apparente, e astieniti da ciò che è male, checchè ne dicano o ne pensino gl’ignoranti. Studia profondamente le leggi nascoste della Natura e, quando le hai conosciute, conforma ad esse la tua vita, esercitando sempre la ragione ed il buon senso.
Distingui l’importante dal non importante. Saldo come una roccia quando si tratta di principi, cedi sempre nelle cose che non hanno importanza. Poichè devi essere sempre affabile e dolce, ragionevole ed accondiscendente, lasciando agli altri la stessa piena libertà che a te stesso è necessaria.
Cerca di scorgere ciò che merita di esser fatto, e ricordati che non devi giudicare dalla grandezza della cosa. Merita più conto di fare una minuzia direttamente utile al lavoro del Maestro, che non una cosa più grande che il mondo forse giudicherebbe buona. Devi distinguere non solo l’utile dall’inutile, ma altresì ciò che più utile da ciò che è meno utile. Cibare i poveri è opera buona, nobile ed utile; tuttavia cibare le anime è più nobile e più utile che dar da mangiare ai corpi. Un ricco qualunque può nutrire i corpi, ma solo quelli che hanno la conoscenza possono cibare le anime. Se possiedi la conoscenza è tuo dovere aiutare altri a conseguire questo sapere.
Per quanto saggio tu possa essere, molto ti resta da imparare su questo Sentiero, tanto infatti che anche in ciò occorre discernimento, e bisogna che tu rifletta attentamente per vedere che cosa vale la pena d’imparare. Ogni cognizione è utile ed un giorno avrai tutto il sapere, ma fino a che ne possiedi solo parte, guarda che questa parte sia la più utile. Dio Sapienza al pari di Amore, e quanto più sai tanta più parte di Lui puoi manifestare. Studia dunque, ma studia anzitutto ciò che ti può rendere meglio capace di aiutare gli altri. Persevera pazientemente nei tuoi studi, non allo scopo che gli uomini ti considerino erudito, e nemmeno per la felicità di essere savio, ma perchè l’uomo savio soltanto può saviamente aiutare. Per grande che sia il tuo desiderio di recare aiuto, se sei ignorante l’opera tua potrà fare più male che bene.
Impara a distinguere tra la verità e la menzogna; sii veritiero in tutto, nel pensiero, nella parola e nell’azione.
Anzitutto nel pensiero; e questo non facile perchè nel mondo vi sono molti pensieri falsi, molte stolte superstizioni, e chi schiavo di queste non può progredire. Per conseguenza non pensare in un dato modo semplicemente perchè la gente pensa così, o perch è si tratta di una credenza secolare, o perchè così è scritto in qualche libro ritenuto sacro; pensa da te stesso e giudica se la cosa è ragionevole. Rammenta che se anche mille persone son d’accordo su di un soggetto, del quale sono ignoranti, la loro opinione non ha valore di sorta.
Chi desidera calcare il Sentiero deve imparare a pensare per proprio conto, perchè la superstizione è uno dei peggiori mali che siano al mondo, uno dei ceppi da cui devi liberarti completamente.
Il tuo pensiero riguardo agli altri deve esser vero. Non pensare di loro quanto non ti consta; non supporre che essi ti abbiano continuamente in mente. Se una persona fa qualche cosa che ritieni possa recarti danno, o dice qualche cosa che credi si riferisca a te, non pensare subito: “Vuol farmi del male”. E’ probabilissimo che essa non abbia nemmeno lontanamente pensato a te, perchè ogni anima ha le proprie difficoltà, ed i suoi pensieri si aggirano principalmente attorno a se stessa. Se un uomo ti parla in collera, non pensare: “Egli mi odia, egli desidera oltraggiarmi”.
Probabilmente qualche altra cosa o persona gli avrà fatto perder la pazienza e siccome gli è capitato d’incontrarti, sfoga la sua collera su di te. Egli agisce stoltamente perchè l’ira è sempre stolta, ma non per questo ti è lecito pensare erroneamente di lui.
Quando diverrai discepolo del Maestro potrai sempre verificare la giustezza del tuo pensiero col porlo a fianco del Suo. Poichè il discepolo è uno col suo Maestro, ed è sufficiente che egli elevi il suo pensiero nel pensiero del Maestro per scorgere immediatamente se accorda con esso. Se non accorda, il suo pensiero non perfetto, perchè Egli sa tutto. Quelli che non sono ancora accettati dal Lui possono aiutarsi molto fermandosi di sovente e ponendosi le domande: “Che penserebbe il Maestro di ciò? Che farebbe o direbbe il Maestro in queste circostanze?”. Poichè non devi mai fare, dire o pensare quanto non puoi immaginare che il Maestro faccia, dica o pensi.
Devi essere veritiero anche nel parlare – siano le tue parole esatte e scevre da esagerazioni. Non attribuire mai cattive intenzioni ad un altro; solamente il suo Maestro ne conosce i pensieri, e può darsi che egli agisca per ragioni che non sono neppure balenate alla tua mente. Se senti una diceria a discredito di una qualsiasi persona, non ripeterla; può non essere vera, ma anche se lo fosse, è più caritatevole tacere. Rifletti prima di parlare per tema di dire delle inesattezze.
Sii veritiero nell’azione; non pretendere mai di essere differente da quello che realmente sei, perchè ogni simulazione è un ostacolo alla luce pura della verità che dovrebbe risplendere attraverso di te come la luce del sole rifulge attraverso un terso cristallo.
Impara a distinguere tra ciò che egoistico e ci ò che è disinteressato. Poichè l’egoismo ha molte forme e, quando credi di averlo finalmente ucciso in una di queste, esso risorge in un’altra più forte che mai. Ma, a grado a grado, diverrai così colmo di pensieri per aiutare gli altri che non avrai più posto, non avrai più tempo per alcun pensiero riguardo a te stesso.
Devi distinguere ancora in un altro modo. Impara a discernere il Dio in ognuno ed in ogni cosa, per quanto cattivo egli od essa possa apparire superficialmente. Puoi aiutare il tuo fratello mediante quello che hai in comune con lui, e cioè la Vita Divina. Impara a destare quella vVta in lui, impara a fare appello ad essa, ed in tal modo salverai il tuo fratello dal male.
(Da un libricino dal titolo: Ai piedi del Maestro. Autore: Alcione)
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– Krishnamurti (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti
– https://it.krishnamurti-teachings.info
– Aforismi di Jiddu Krishnamurti su Meditare.it
– jkrishnamurti.org