Una delle cose più difficili da imparare è che la consapevolezza non dipende da alcuno stato emozionale o mentale. Abbiamo dei preconcetti sulla meditazione, per esempio che sia una cosa per persone tranquille, che si muovono lentamente, da farsi in caverne silenziose. Queste sono circostanze favorevoli all’apprendimento, che si creano per facilitare la concentrazione e per imparare l’arte della consapevolezza. Ma una volta imparato, tuttavia, si può anche fare a meno delle restrizioni tipiche dell’addestramento e, anzi, dovreste proprio farlo.
Non c’è bisogno di muoversi a passo di lumaca per essere consapevoli; non c’è bisogno nemmeno di star calmi. Si può essere coscienti mentre si risolve un difficile problema di calcolo; si può essere coscienti in mezzo a una mischia di palla ovale; si può essere coscienti nel mezzo di una furia incontenibile. Le attività fisiche e mentali non sono d’ostacolo alla consapevolezza. Se vi pare che la vostra mente sia estremamente attiva, allora osservate semplicemente la natura e il grado di quest’attività: è solo una parte del temporaneo spettacolo interno.
Henepola Gunaratana
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