Durante la guerra ci fu un periodo in cui caddi in una grave depressione: non riuscii a dormire per molti mesi, i sintomi si manifestavano in modi differenti: disturbi digestivi, insonnia, disturbi del battito cardiaco. Ero così grave che a un certo punto mi proposero di fare un elettroshock; mi portarono in un famoso ospedale francese a Saigon e stetti anche per un certo periodo all’ospedale universitario di Tokyo, e cercarono di scoprire cosa non andava in me, fisicamente. Erano espressioni fisiche della depressione, una gravissima depressione, dopo la morte di mia madre, la situazione della guerra, la morte di moltissime persone intorno a me, specialmente giovani. Molti giovani novizi impegnati nel movimento di resistenza in modo non violento, senza fucili, erano stati uccisi. Perdere la madre, perdere amici, fratelli e sorelle, vedere questo intorno a sé ogni giorno, è qualcosa di molto difficile da sopportare per un giovane monaco, erano gli anni cinquanta. Niente mi poteva aiutare, né la medicina occidentale né quella orientale, ma avevo una fede molto forte nel Dharma e fu la pratica del respiro consapevole che mi aiutò a superare la situazione, solo la pratica del respiro consapevole. L’avevo imparata da novizio, ma in quel periodo era questione di vita o di morte: solo in quel momento investii il 100% di me stesso nella pratica.
E fu la pratica del respiro consapevole della tradizione buddhista che mi guarì, mi portò fuori dalla profonda depressione e mi ristabilì. Durante quel periodo la mia fede, la mia fiducia negli insegnamenti del Buddha e nel Dharma erano intatte; non riuscivo a credere nella medicina occidentale, nella medicina asiatica o in altri tipi di terapie ma non so perché credevo profondamente che ci fosse una via di guarigione col Dharma.
Cercai davvero di praticare il respiro consapevole, cercai libri al di fuori del buddhismo per imparare qualcosa di più sul respiro. Era meraviglioso che ogni volta che cercavo di praticare profondamente il respiro in quel modo mi dicevo: ‘Questa è la cosa migliore che posso fare proprio in questo momento’. Ho voluto condividerlo con voi: quando avete seri problemi e non sapete quale sia la cosa giusta da fare, il respiro profondo, il respiro consapevole è la cosa giusta da fare, forse la cosa migliore da fare in quel preciso momento.
Rimane ancora una verità per me: ogni volta che ho difficoltà, ogni volta che non vedo la via d’uscita da una situazione difficile, ho sempre fiducia nel mio respiro. Respirare profondamente e consapevolmente è la cosa giusta da fare in quel momento.
E se sapete che state facendo la cosa giusta, avrete subito pace. È meraviglioso. “Sto già facendo la cosa migliore in questo momento, perché mi devo preoccupare?” Perciò la pace arriva subito.
– Da: Thich Nhar Hanh, “Guarire col respiro“, discorso tenuto nel 2000
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– Thich Nhat Hanh su wikipedia
– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh
– Fonte zeninthecity.org
– Respira! Sei vivo- Thich Nhat Hanh – Amazon
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