“La mente che abbiamo durante la pratica dello zazen è la grande mente: non cerchiamo di vedere niente; fermiamo il pensiero concettuale; fermiamo l’attività emotiva; stiamo seduti e basta. Qualunque cosa ci accada, non ne siamo turbati. Stiamo semplicemente seduti. È come qualcosa che accade nel grande cielo. Qualunque tipo di uccello lo attraversi, al cielo non importa. […]
Molte cose accadono mentre state seduti. Potete udire il suono del ruscello. Potete pensare a qualcosa, ma la vostra mente non se ne cura. La vostra grande mente è semplicemente lì seduta. […] Osserviamo le cose. Senza dire ‘buono’ o ‘cattivo’, semplicemente stiamo seduti. Godiamo delle cose senza avere nessun attaccamento particolare nei loro confronti. Le apprezziamo pienamente, tutto qui. […]
Così, senza attaccarci a una particolare via, apriamo la mente per osservare “le cose” così com’è e per accettare “le cose” così com’è. […]
La via del Buddha consiste nello studio e nell’insegnamento della natura umana, compreso quanto siamo sciocchi, che tipo di desideri abbiamo, le nostre preferenze, le nostre tendenze. Senza aderire a qualcosa, cerco di ricordarmi di usare l’espressione ‘soggetto a’. Siamo soggetti, o abbiamo la tendenza a fare qualcosa. Questo è il mio motto. […]
Ognuno di noi ha le proprie tendenze personali. Ma se cercate di liberarvene, o se cercate di non pensare o di non sentire il suono del ruscello durante lo zazen, non è possibile. Lasciate che le vostre orecchie odano senza cercare di udire. Lasciate che la mente pensi senza cercare di pensare e senza tentare di fermarla. Questa è la pratica”.
(Da: Rami d’acqua scorrono nell’ombra – Commento zen al Sandokai di Shunryu Suzuki-roshi (1904-1971), fondatore del San Francisco Zen Center e dello Zen Mountain Center di Tassajara. Un monaco zen della scuola Soto noto in tutto il mondo grazie soprattutto al suo “Mente zen, mente di principiante“)
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– Fonte