Attraverso la meditazione trasformiamo le informazioni acquisite in esperienza. Ad un primo livello, il suo scopo è quello di calmare la mente e mantenerla in un punto. Creando spazio tra chi compie l’esperienza e ciò che viene sperimentato, essa permette alle persone accorte di scegliere i ruoli nelle commedie delle vita, evitandone per quanto possibile le tragedie.
Questa capacità di mantenere una distanza protettrice è generalmente acquisita esercitandosi a mantenere la propria consapevolezza sul proprio respiro o su una forma di Buddha. Questo tipo di meditazione viene chiamata Shamata in sanscrito o Shine in tibetano. Chiunque sia in grado di mantenere questo stato mentale nel “laboratorio” della propria meditazione, sarà gradualmente in grado di realizzare lo stesso livello nella vita quotidiana.
La meditazione pacificatrice è il primo passo del proprio percorso e la base necessaria per pratiche più avanzate come quella di visione profonda. Questo secondo livello di meditazione è chiamato Vipassana in sanscrito o Lhaktong in tibetano. Qui la meditazione è senza forma e mira alla natura stessa della mente. Mantenendo uno stato di consapevolezza privo di un oggetto di cui essere consapevole, la percezione diretta e la comprensione profonda emergono spontaneamente.
In questo modo la meditazione può essere definita come il mantenere la mente stabile in un punto e la chiarezza che deriva da questa stabilità.
– https://it.wikipedia.org/wiki/Samatha
– http://www.meditare.it/wp/?s=Samatha
– http://www.meditare.it/wp/?s=vipassana
– Vipassana – it.wikipedia
– Fonte