Quando la spiritualità è autentica rimangono ben poche differenze tra Oriente e Occidente. Ho trovato questa risposta di Matthew Fox, mistico, ex domenicano, molto interessante.
Domanda: In un mondo che concepisce l’arte come un prodotto, come si concilia il tuo insegnamento dell’arte come meditazione come chiave per invertire l’impoverimento spirituale del mondo industrializzato?
Fox: L’arte come meditazione è una basilare forma di preghiera della tradizione spirituale: è molto antica ed è la ragione per cui non esisteva disoccupazione fra i nativi. Un’aborigena una volta mi diceva: “Nella nostra cultura, tutti lavoravano quattro ore al giorno e facevano delle cose”. L’idea complessiva è che ognuno ha qualcosa da dare creativamente alla comunità. E questo è il lavoro veramente soddisfacente ed è da esso che nasce la saggezza e la gioia, che sono ancora una volta materiali di cui l’attuale civilizzazione scarseggia moltissimo.
La chiave è spostarsi dall’arte come prodotto alla comprensione che, entrando nel processo artistico, ascoltando le proprie immagini interiori e dando loro vita attraverso il corpo e la danza, attraverso la poesia o la musica, attraverso il colore o la creta, si è coinvolti in un atto sacro di connessione e creazione comune del divino e della natura stessa.
L’arte sveglia la gratitudine, il rispetto e il gioco, perché è senza “perché”, senza scopo. Ecco quale è il gioco: riportare tutto ciò all’anima umana, alla coscienza umana e alla nostra società e ricreare un nuovo equilibrio umano. Ovviamente le nostre vite sono prese da obbiettivi, da perché e pagamenti di conti e spostamenti di luogo, ma quello che si cerca è l’equilibrio. Se fossimo equilibrati, avremmo uno stile di vita completamente diverso e non avremmo bisogno di andare alle Bahamas in vacanza. Come mi diceva un giorno un nativo americano che un giorno alla settimana aveva l’abitudine di andare a sedersi ai bordi di una freeway in California a guardare. Mi diceva: “voi bianchi state sempre andando da qualche parte, non siete mai qua”. L’arte riporta nel presente. Devi essere nel qui e ora con la creta. E’ divertente, arricchente!
Matthew Fox
Il brano è tratto da un’intervista alla rivista inglese “Kindred Spirit”. Seguono alcune note biografiche.
Matthew Fox, Frate domenicano come Savonarola e Giordano Bruno, entrò nell’ordine nel 1960 e venne ordinato sacerdote sette anni dopo. È stato espulso dall’ordine domenicano nel 1993, definito dall’allora cardinale Ratzinger “pericoloso e fuorviante”. Oggi è un semplice prete “post-denominazioni”. Studioso dei grandi mistici cristiani come Ildegarda di Bingen e Meister Eckhart, è autore di decine di libri di successo, professore universitario e uno dei più famosi e controversi teologi americani. Definito dall’arcivescovo di Canterbury “il profeta verde”, promuove una spiritualità ecologica e in dialogo con la scienza.
“Matthew Fox propone una rinnovata visione mistica, una nuova spiritualità della creazione divina, che riconosce la perdita del senso di gratitudine verso la vita, come la caratteristica distruttiva del mondo industrializzato, il Primo Mondo, nei cui confronti operare per invertirne gli effetti letali per la specie e il pianeta. Di sé Fox dice: “Se non avessi continuato a lavorate con scienziati, artisti e nativi mi sarei inaridito e non sarei stato in grado di espandere la mia comprensione del mondo”. Criticando aspramente la Chiesa Cattolica per la posizione contraria al controllo delle nascite, Fox riscopre la spiritualità dell’atto sessuale, secolarizzato e ridotto a mera funzione procreativa dalla Chiesa stessa. Secondo Fox occorre un’inversione di tendenza indispensabile anche per i problemi di sovrappopolazione, occorre cioè fare esperienza della spiritualità del sesso e controllarne l’aspetto procreativo, a favore dell’umanità e del pianeta.”
(Da “Enciclopedia olistica” di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli)
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– https://it.wikipedia.org/wiki/Matthew_Fox_(teologo)