“All’inizio si approda alla ricerca spirituale mossi dall’idea egocentrica di qualcosa da ottenere. […]
Tutto deve giungere alla fine. Qualunque cosa va abbandonata. […]
Per ricevere la realizzazione suprema dovete smettere di cercare di ottenere. L’idea di un ‘voi’ deve finire. Quando abbandonate l’idea dell’illuminazione, realizzate ciò che essa indica. […]
Smettete semplicemente di cercare. Quando avrete smesso, potrete scoprire la verità eterna. Richiede meno di un istante. […]
Nella ricerca della verità avete sempre cercato un’immagine, un’idea, un concetto basato su quello che vi è stato insegnato, o avete letto, o che immaginate o su qualche barlume avuto in passato. Tutti questi sono oggetti mentali. Possono essere bellissimi, ma anche i concetti più sottili sono oggetti. […]
Parole come ‘infinito’, ‘eternità’, ‘grazia’, ‘Sé’, ‘verità’ e ‘Dio’ accennano tutte a ciò che si rivela nell’assoluta immobilità. Ma se anche questo momento viene concepito come un qualcosa, allora la rivelazione non indica più la verità. […]
Arriva un momento in cui, per qualche misteriosa e miracolosa grazia, ammutolite e rimanete senza parole, senza concetti, senza ricerca, senza sforzi e senza identificazioni. In quel momento […] capite che ciò che siete realmente non è mai stato toccato da nessun concetto. […]
Ciò che siete è libero da qualunque concetto. Il concetto di illuminazione allude proprio a questa comprensione […]. Nel momento in cui assegnate realtà a qualunque concetto di ignoranza o illuminazione siete di nuovo nell’esperienza dell’ignoranza. Vedete come è sottile il funzionamento della mente? […]
La realizzazione è infinitamente semplice ed è questa semplicità che la mantiene profondamente segreta, protetta dal potere di corruzione della mente. Tutti gli sforzi, tutte le pratiche, tutti i paragoni, tutti i codici di comportamento sono visti come irrilevanti nella vastità di una tale assoluta semplicità. […] Il fulgore dell’eterna verità scioglie la mente in una beatifica sottomissione a ciò che non è nominabile. Ma se vi afferrate anche minimamente a qualunque cosa, la mente ricade subito nell’errata identificazione e ricompare la sofferenza. […]
Non potete creare l’immobilità. Voi siete immobilità. […]
L’immobilità è la presenza dell’essere e voi siete la presenza dell’essere. Accogliete voi stessi. Assorbite voi stessi. Lasciatevi nutrire da voi stessi. Iniziate l’esplorazione dell’illimitata meraviglia del vostro essere. […]
Niente impedisce la realizzazione della propria intrinseca, durevole libertà già presente, salvo immaginare che qualcuno o qualcosa lo impedisca. Che questo qualcosa sia ‘il mio io e la mia personalità’ o ‘loro e quello che mi hanno fatto, che potrebbero farmi o che mi stanno facendo’, è soltanto una storia e infinite considerazioni fondate sul niente. […]
La meditazione consente alla mente di abbandonare la sua fissazione per gli oggetti e riposare nella sua sorgente. La mente quieta rivela quello che è sempre silenzioso, cui sgorgano e a cui ritornano l’azione e la non azione, l’esperienza dell’ignoranza e dell’illuminazione. Quello è il tuo Sé. […]
Scopri che cosa c’è dietro la concentrazione. Scopri ciò che non è un oggetto di concentrazione, ma silenziosa consapevolezza. […]
Ogni idea precostituita di un mezzo per arrivare da qualche parte si fonda sulla supposizione di non essere già lì. Tu sei già lì. Sei già quello. Se vuoi scoprire immediatamente la verità, lascia andare tutte le tecniche per arrivare alla verità. […] Abbandona qualunque concetto secondo cui non sei la verità. Abbandona l’idea di dover fare qualcosa per raggiungerla, per prendere coscienza della verità. Lascia andare tutti i concetti su di te, punto e basta. E poi stai a vedere”.
– Da: Tu sei quello – Gangaji (allieva del maestro advaita Poonja)
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– Fonte