Vimala Thakar (15.4.1923 – 11.3.2009), una dei massimi leader spirituali indipendenti dell’India contemporanea.
Nasce in India, studia filosofia orientale e occidentale all’Università di Nagpur. In un tempo in cui studiare è assolutamente eccezionale per una donna in India, Vimala-ji, come veniva affettuosamente chiamata, riuscì a seguire e a completare gli studi universitari nel proprio paese e in Inghilterra.
Da sempre rivoluzionaria a livello spirituale e politico, per lei l’attivismo sociale è espressione della ricerca spirituale.
Per quattordici anni partecipa attivamente al “Bhudan Yajna” (“Bhoodan Movement” – Movimento del dono della terra) di ispirazione gandhiana fondato da Vinobha Bhave, che ha come obiettivo la ridistribuzione delle terre.
Nel 1956 incontra Jiddu Krishnamurti, il maestro che imprime una profonda svolta al suo pensiero e alla sua crescita interiore; segna, infatti, profondamente la sua ricerca che la porta ad abbracciare la vita “senza scopo e senza direzione” cui si sentiva spinta fin dall’infanzia.
Fu per lei chiaro che la radice di ogni sofferenza è da ricercarsi nei meccanismi della mente, e che soltanto la libertà interiore conquistata dall’individuo ha una reale riverberazione sociale.
Dal 1962 si impegna in Oriente e in molti paesi europei, tra cui l’Italia, in un’intensa attività di conferenze e seminari di meditazione, attraverso i quali comunica in modo molto diretto la sua esperienza e la sua visione della vita dedicando uno spazio particolare alla natura del cambiamento interiore, per lei legato a una ricerca intensa, libera da ogni dogma o autorità costituiti.
Dal 1979 al 1982 Vimala sospende i viaggi di insegnamento nel mondo, poiché si è riaccesa in lei la fiamma in difesa dei diritti sociali; durante la sua permanenza in India riprende a viaggiare di villaggio in villaggio parlando con i cittadini dei problemi locali e fondando centri in cui istruire gli abitanti dei villaggi sulle industrie agro-centrate, sulla sanità, l’autogoverno locale e la cittadinanza democratica attiva.
Dopo questa pausa, ella inizia di nuovo a viaggiare all’estero, con la messa a fuoco del suo insegnamento che, ora, comprende più pienamente la sua passione per entrambe le rivoluzioni: interiore ed esteriore.
Nel 1991 interrompe definitivamente i suoi viaggi al di fuori dell’India e si stabilisce sul Monte Abu, nel Rajasthan, nella casa che le è stata donata (trascorre i mesi estivi ad Ahmedabad, in Gujarat e a Dalhousie, ai piedi dell’Himalaya) dove continua, sino al completamento del suo percorso terreno, a condurre gruppi di ricerca e campi di meditazione con persone provenienti da tutto il mondo tra cui insegnanti di yoga, buddisti, industriali e pacifisti Indo-Pachistani.
[ … ] Consapevolezza della struttura fisica. “L’umanità sta attraversando uno dei suoi periodi più critici, che si tratti dei paesi poveri o dei paesi ricchi. E il fattore comune è il sentimento di inquietudine, di insoddisfazione. Un senso di caos e di anarchia, un senso di impotenza che avviluppa la vita della gente, delle massi così come delle classi agiate. Il fattore comune fra tutti i problemi è il senso di impotenza dell’individuo, la mancanza di un equilibrio, di una stabilità interiore, la mancanza di armonia interiore. … Non c’è nulla di non spirituale nella vita, tranne ciò che la mente crea e a cui indulge. Spiritualità, o divinità, è un altro modo di alludere alla totalità della vita.
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– https://en.wikipedia.org/wiki/Vimala_Thakar