“Si racconta che tre yogi, alla ricerca della perfezione, siano andati a meditare nella foresta. Un uomo passa e, trovando sul suo cammino il primo yogi, gli dà uno schiaffo. Lo yogi si alza e glie ne rende due! Per lui, la perfezione era ancora lontana, e la storia non dice se riprese la sua meditazione.
Continuando per la sua strada, l’uomo incontra il secondo yogi, e anche a lui assesta uno schiaffo. Lo yogi si alza con l’intenzione di restituirglielo, ma immediatamente si riprende e torna a sedersi. Lui almeno aveva appreso l’autocontrollo!
Quanto al terzo yogi, questi ricevette il colpo, ma non se ne accorse nemmeno, e continuò a meditare tranquillamente.
La lezione è facile da trarre: il primo yogi apparteneva ancora alla categoria degli esseri umani comuni che protestano e invocano la giustizia, e che, purtroppo, si lasciano andare all’ingiustizia. Il secondo era fra coloro che hanno imparato a dominarsi, perché hanno riflettuto sulle conseguenze delle loro azioni; essi dicono: «Non ne vale la pena, complicherei ancor più le cose». Quanto al terzo, era già talmente evoluto che non ha nemmeno sentito di essere stato colpito.”
(Omraam Mikhael Aivanhov)
– Aivanhov su macrolibrarsi
– Aivanhov su Amazon.it
– Aivanhov su Wikipedia
– Prosveta pubblica le opere d’Aivanhov
Un bel racconto, con un insegnamento veramente prezioso. Per capire a fondo l’antica e affascinante filosofia yogica consiglio sempre Autobiografia di uno yogi, di Paramhansa Yogananda. Un gioioso saluto, Nandini.
Si, è vero, tra l’altro qui c’è una raccolta sicuramente notevole:
http://www.anandaedizioni.it/libri/yogananda.html