Esiste un principio chiamato: “Il Maestro è sempre vivo”. Ma quello che fa male nel nostro mondo umano, in questo reame, è pensare che quando le cose muoiono sono finite, o qualcosa del genere. Abbiamo questo concetto molto forte sulla morte, e sensazioni molto forti sulla fisicità dell’essere. Quindi in un certo senso guardiamo alla vita come ad una cosa fisica. Alcune persone hanno un rapporto molto forte, voglio dire, con Gesù Cristo, morto 2000 anni fa, ad esempio, no? E…. con il Buddha, o in particolare con i profeti o i santi per i quali provano una connessione emotiva molto forte. Loro sono guidati, sono protetti da essi, hanno una relazione vivente con loro. Ma per la maggioranza delle persone, ‘quando sei morto, sei morto, sei finito, okay, il prossimo.’ Capisci? Devi… Quando una volta dissi che le persone continuano a dire: “Hai bisogno di un Maestro vivente”… Ma, a dire il vero, il Maestro in effetti è l’unico davvero vivo. …
Sai. Per il resto, non so che cosa sia. Quindi… Ma la verità è anche che quando hai il Maestro di fronte a te, nel modo che conosci, e così via, allora, sai, non puoi proiettare, perché anche quando pensi a Papaji, e Ramana Maharshi, e così via, in qualche modo la mente comincia a pensare: “Bene, non li vedo tutti i giorni. Non devo stare seduto al satsang. Non c’è Papaji che mi guarda in questo modo,” E così via. Così il Papaji che vedo, è quello che amo vedere. E’ quello che io… Mettiamo Papaji laggiù. E:”Papaji, grazie mille. Grazie per i tuoi insegnamenti. Grazie tante.” Sai. Ma non sei aperto ad una relazione con lui, sai. Quando vivi con un Maestro che è davanti a te, allora, la presenza stessa è lì, e ti confronta sulle cose, sai. E sfida la tua percezione, corregge la tua percezione, ti ama, ti percuote, ti solleva, qua e là ti incoraggia, sai, e così via.
Ed è un vero… può sembrare una cosa molto dinamica, molto – ‘aaaah’, e così le persone tendono ad avere paura. Ma è la loro mente, per lo più, ad aver paura. E questo tipo di paura non è male, all’inizio, perché è meglio avere questa paura, piuttosto che trattare il Maestro come un tuo amico, “Siamo amici, usciamo insieme.” E roba simile, sai. Perché, oltre tutto, non credo che ci sia una vera relazione. Un Maestro non è il tuo amico in quel senso. È un amico in un senso molto, molto più profondo. Ciò significa che è colui che ti guida e ti sostiene, che ti incoraggia verso la libertà. Questo è colui che io chiamo un amico. Un Maestro non è qualcuno con cui andare in giro, con cui rilassarsi, farsi due risate, prendersi una tazza di tè, e fare un po’ di baldoria. Non è un amico. E quindi quella parte della tendenza umana che vuole vedere il Maestro, è un po’ arrogante. Come dire, ‘il Maestro è un mio amico.’ Il Maestro non si sente un tuo amico. E se ha un amico, probabilmente non sei tu! Capisci? Se hai questo tipo di idea. […]
(Il Maestro è l’Unico Vivo – 04 Agosto 2014 – Monte Sahaja – Portogallo)
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