“Un bisogno profondo di risposte e di riflessione attorno ai temi della spiritualità”.
“Sono nato con un microchip incorporato, che mi indirizza verso la spiritualità. All’età di otto anni scrissi, andando clamorosamente fuori tema, ‘Io chi sono?’. Una domanda particolare per un bambino nato in una famiglia dove non si avevano libri da leggere, ma nella quale sono stato felice di nascere. Credo che ogni individuo abbia il dovere di approfondire la conoscenza di se stesso. Nascere nel regno umano e non in uno di quelli inferiori è un grande dono che non deve essere sprecato. La dimensione del silenzio è ideale e preziosa per indagare la propria autentica natura”
“Stiamo fuggendo dalle zone spirituali, a rotta di collo! Però uno non dispera, perché a volte proprio quando sembra tutto perduto, tutto si ritrova in un secondo. E’ questa, la forza di questo universo”.
Lo spirituale nella musica
“In ogni essere umano albergano i sentimenti, la musica profana ce ne dà testimonianza compiuta e in ogni essere umano sussiste l’anima, la musica mistica lo testimonia. La musica è per sua natura, anzitutto, urgenza di trascendenza, ancor più delle altre forme d’arte, in virtù della sua immediatezza. Purtroppo oggi è espressa malamente, è troppo banalizzata. E tra i giovani, in particolare, noto che non c’è una benché minima cultura musicale. Colpa anche della scuola che ha fallito il suo obiettivo, ammesso che l’avesse”.
“Io in tutti questi anni di attività musicale non ho mai sentito crisi o saturazione. Ogni mattina ascolto mezz’ora di musica classica che mi manda in visibilio. La musica è dunque ben viva, basta saperla far risuonare dentro di noi con tutta la sua carica primigenia. Oggi manca a sempre più gente il contatto diretto con la natura, l’uomo lontano dalla natura s’imbarbarisce e si convince di poter essere senza pudore il delinquente che in potenza è. E quando ostenta la sua distanza dal creato dà libero sfogo al peggio di sé. L’arte veramente ispirata, musica in testa, e certa letteratura di maestri di spiritualità sono capisaldi dell’umanità, guai a percepirli come lontani e inattuali soltanto perché non contemporanei. Sono invece una sicurezza e un conforto nel nostro spingerci avanti nella conoscenza e nell’esperienza di Dio e della verità”.
“La musica che si avvicina al silenzio è quella più vicina a Dio. Certo, anche la musica occidentale ha raggiunto delle vette quasi divine, ma soprattutto grazie a dei geni assoluti come Bach e non in virtù della sua forma e della sua radice culturale. La nostra musica ha alcuni limiti spirituali, tende ad aggiungere suoni e voci, ma per toccare alte vette di spiritualità si deve togliere, sottrarre, sfiorando così la musicale eloquenza del silenzio, anticamera del Divino. La musica mistica è fatta di tre elementi indispensabili: profondità, altitudine e silenzio. Tu dirai: Può esistere un suono silenzioso? Che si avvicina al silenzio, sì”.
“C’è molto cammino personale da compiere quaggiù per arrivare alla propria meta, soprattutto per noi occidentali, sempre più immersi nel rumore e nella confusione. Quando uno dovrà dare conto del proprio operato non potrà dire: io sono stato cattolico, o buddista, o musulmano, ma io sono stato quello che sono stato. Credo di essere un po’ monotematico: tutto si riduce sempre alla stessa questione, non riesco ad allontanarmi dal concetto di evoluzione, per cui una bella persona è una persona evoluta. L’apice di un’evoluzione porta necessariamente con sé la bellezza. Quando vedi una persona entrare in una stanza, ti accorgi immediatamente del mondo che porta in giro. Ho sempre pensato, da quando ho cominciato ad avere coscienza di me stesso, che l’evoluzione passi attraverso il cambiamento di sé. Si parte dall’analisi e dall’accettazione (o meno) di certi aspetti del carattere. Se uno crede che alcune cose non vadano bene e lo fanno star male, bisogna cambiare”.
«L’Ispirazione e di conseguenza l’Arte, sono cellule, tracce del divino. È chiaro che una società consumistica e nichilista sta all’opposto. Non ci può essere vero progresso – intendo un progresso consapevole e spirituale, i cui valori sono i valori umani che più elevano l’uomo – se aboliamo la voce del poeta, il momento dell’incanto e della riflessione; se non coltiviamo l’intuizione, l’Arte e il desiderio per il Mistero. Credo che sia questa la strada, per questo coltivo tali “abitudini”».
«Anche il peggiore degli esseri è destinato a evolversi. Dobbiamo sforzarci di combattere il male con pietà cristiana, facendoci prossimi e solidali: il bruco, per sua natura, è destinato a diventare farfalla».
«Non abbiamo molta scelta, non possiamo pensare o perdere tempo a ragionare se ciò sia una causa o una conseguenza. Un noto califfo musulmano disse: “Il passato è passato, il futuro è di là da venire, uomo alzati e conquista il tuo presente”. Anche se esistono le lezioni dei maestri del passato, è oggi che noi dobbiamo vivere. Oggi, individualmente, nel qui e ora, dobbiamo conquistare il nostro presente con i mezzi che abbiamo. Dio è presente sempre e ovunque».
«Mi sono progressivamente arricchito di insegnamenti che non posso considerare casuali. Ho scoperto la meditazione quando ero sopraffatto dalle nevrosi, i mistici quando la necessità di una sfera spirituale diventò urgente e i tibetani da una decina di anni studiandoli dal 1100 ad oggi. Praticamente, non leggo altro».
“Lo sfruttamento della spiritualità è un problema di chi lo fa. Mi ricordo da bambino un episodio: mio padre, in piazza, fu avvicinato da un amico che gli diceva: “Ho visto padre non so come si chiama che mangiava carne di venerdì, e io dovrei credere in Dio?”. Possibile mai che la fede si riduca a questo? Ognuno deve fare la sua strada, gli altri faranno quello che vogliono. Così come non vado in chiesa perché quella liturgia non mi affascina, ma non posso fare come Savonarola e andare lì a dire “tu andrai all’inferno”…”.
«Il vero problema, oggi, non è che manchino le persone di spirito, i pensatori, gli illuminati. Manca, semmai, il desiderio e la capacità di ascolto. Dio non è lontano da noi, siamo noi che ci allontaniamo da Lui. Il cammino non è facile, indubbiamente, ma la meta è alta e riguarda ognuno di noi, individualmente».
(Da: Il pensiero di Franco Battiato)
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