“In greco il nome Arco ha lo stesso suono del nome Vita (Bìos). Quindi il simbolo di Apollo (l’arco) è il simbolo della Vita. La Vita è interpretata come violenza, come strumento di distruzione: l’Arco di Apollo produce la Morte. E in un altro frammento Eraclito accoppia l’azione ostile del dio alla sua azione benigna: armonia contrastante come dell’Arco e della Lira.
E’ difficile sfuggire alla supposizione che Eraclito, nel citare questi due attributi, abbia voluto alludere ad Apollo (dal verbo greco apòllymi, “Colui che colpisce da lontano”). Tanto più che il concetto di Armonia, evocato da Eraclito, richiama l’intuizione unificante, quasi un geroglifico comune, che sta alla base di questo antitetico manifestarsi di Apollo, ossia della configurazione materiale dell’Arco e della Lira: tali strumenti erano prodotti nell’epoca in cui sorge il mito secondo un’analoga linea incurvata, e con la stessa materia, le corna di un capro, congiunte in inclinazioni diverse. Dunque le opere dell’Arco e della Lira, la Morte e la Bellezza, provengono da uno stesso dio, esprimono un’identica natura divina, simboleggiata da un identico geroglifico, e soltanto nella prospettiva deformata, illusoria del nostro mondo dell’apparenza si presentano come frammentazioni contraddittorie”.