Riporto un brano di Satprem la cui lettura può riconciliare ancora con albe, orizzonti e tramonti:
«Ogni giorno mi risveglio filosofo. Osservo lo stato del mondo e i secoli. Oggi mi sono svegliato con la filosofia dell’Amore.
Amore
L’amore del mare
L’amore della musica
L’amore della bellezza
L’amore della Madre
L’amore divino
Sento una grande pietà per questi poveri uomini, che sono cosa, che amano cosa?
E’ per l’amore che questo mondo è stato creato.
Ed è grazie all’amore che si vive.
E’ il primo istinto della vita.
E poi…cosa?
La pianta ama il sole, cerca il sole.
La piccola alga verde si avvolge attorno allo scoglio per bere la vita.
E tutta la vita palpa e tocca attorno per afferrare amorosamente la sua preda o (sembra) crudelmente perché ha fame d’amore, nutrirsi di questa vita, palpitante e assolata, o che scava attraverso la terra per trovare la sua luce e la sua respirazione d’amore.
E cerca, cerca dappertutto di trovare…
Qualcosa che non ha nome né filosofia, ma che respira nel vento, batte nel vento, e che cos’è che batte? Milioni di esseri e di creature attraverso i millenni che cercano una stessa Cosa senza nome con voracità diverse, ma tenacemente. Ci si possono mettere sopra delle logiche o delle geologie, ma là sotto c’è qualcosa che spinge – che spinge ed è una stessa cosa. E la cosa continua attraverso le epoche, come se Essa non avesse trovato ancora la sua epoca e il suo fine, né la sua fame né la sua sete né quel qualcosa che l’ha fatta nascere.
Ed ecco che ci sono state messe sopra delle provvisorie inezie e però mai soddisfatte, e con le creature umane provvisorie il colmo è arrivato in modo più crudele. Celestiale, religioso, o infernale, con una tale scontentezza che la Terra stessa vorrebbe annichilire il suo fine e ciò che là sotto batte: le creature umane vorrebbero afferrare e dominare o aggredire quello che non riescono ad amare. E’ un amore all’incontrario. Tutto e tutti che vorrebbero distruggere tutto.
E tuttavia, al centro, c’è qualcosa che batte.
E continuerà a battere sotto altri cieli finché non sarà trovato ciò che soddisfa.
Perché non adesso?
Poiché ciò che ama, è la gioia che ama la gioia.
E’ la musica che ama la sua nota.
E’ il grande mare che ama la sua onda.
E’ la Madre dei mondi che ama i suoi figli e vuole la loro gioia.»
(Da: La philosophie de l’amour, Institut de Recherches Evolutives, 2002)