Dal Lin-chi-lu:
«”Un giorno Lin-chi andò a Ho-fu. Il consigliere Wang, governatore della provincia, pregò il Maestro di parlare. In quel momento Ma-yu si fece avanti e chiese: «Il Grande Compassionevole ha mille mani e mille occhi. Qual è il vero occhio?».
Il Maestro disse: «Il Grande Compassionevole ha mille mani e mille occhi. Quale è il vero occhio? Parla, parla!». Ma-yu tirò giù dal seggio il Maestro e si sedette al suo posto. Il Maestro tornò su se stesso e disse: «Come va?». Ma-yu esitò. Il Maestro a sua volta tirò giù dal seggio Ma-yu e si sedette. Ma-yu uscì e il Maestro scese” (cap. II).»
Commento: «Il “vero occhio” sembrerebbe richiamare il concetto di “vera mente”; dallo sviluppo del colloquio appare evidente come l’alternanza dei punti di vista favorisca la consapevolezza della realtà in sé. Se vuoi essere consapevole della situazione complessiva scendi dal tuo piedistallo dorato e assumi i punti di vista di chi sta in basso. Tuttavia potremmo fare anche un parallelo con gli arcinoti versi della Tavola di smeraldo del mitico Ermete Trismegisto: “Ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto per compiere il miracolo della cosa Unica”.»
– Lin-chi I-hsüan. In giapponese: Rinzai Gigen
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– Fonte del racconto