Dal punto di vista della comprensione ultima, cioè che tutto ciò che è, è Consapevolezza, tutte le apparizioni manifeste in Consapevolezza, tutti i cosiddetti individui sono mere apparizioni che emergono nella Consapevolezza. Esse sono espressioni della Consapevolezza. In termini visivi tu puoi immaginare la Consapevolezza come una grande palla di argilla, perché la palla di argilla è tutto ciò che c’è, è un’unità.
Eppure da essa emergono tutti questi meccanismi corpo-mente che hanno nomi come Bill o Karen o Abdul. Quando essi emergono noi diciamo che sono nati. La ragione dell’utilità di questa immagine è che la connessione tra ciò che è nato e la Consapevolezza dalla quale nasce è visivamente intatta. Nel mondo c’è l’apparenza di tutte queste entità separate che camminano intorno. La loro connessione con la Sorgente non è veramente vista. Quando viene capito che vi è questa connessione sottostante che tutto nasce da questa Unità ed è solamente un aspetto dell’Unità allora si vede come ognuna di queste forme è una nascita temporanea attraverso cui vari eventi accadono, e attraverso cui sono contenuti esperienze, emozioni, pensieri e memorie.
Alla fine della sua lunghezza avviene la morte, ciò che chiamiamo morte, che è il ritorno di tutti questi elementi alla Sorgente. E’ la caduta di ciò che è nato e quindi tutti gli elementi composti “ritornano” alla fonte dalla quale non si sono mai allontanati. Ora non sono più differenziati in alcun modo. Tutti questi pensieri, esperienze, memorie, tutte queste caratteristiche ritornano in quell’insieme di indifferenziata Consapevolezza.
Ram Tzu (Wayne Liquorman – Advaita Contemporaneo)