Ecco come Ramana Maharshi – un mistico indiano ed un maestro dell’Advaita Vedānta del XX secolo; uno dei saggi più celebrati in India – rispose alla domanda “Che cos’è la felicità?”:
“La felicità è la natura stessa del Sé; la felicità e il Sé non sono diversi. Non c’è felicità in alcun oggetto del mondo. È solo attraverso la nostra ignoranza che immaginiamo di ricavare felicità dagli oggetti. Quando la mente si proietta all’esterno, sperimenta miseria. In verità, quando i suoi desideri sono realizzati, ritorna alla propria sede e gioisce la felicità che è il Sé.
Similmente, nello stato di sonno, nel samadhi e nello svenimento, quando l’oggetto desiderato è ottenuto, o l’oggetto sgradevole viene rimosso, la mente si dirige all’interno e gioisce la pura felicità del Sé. Così la mente si muove senza riposo uscendo alternativamente dal Sé e ritornandovi.
Sotto l’albero l’ombra è piacevole; al sole il calore è bruciante. Una persona che si è aggirata sotto il sole sente fresco quando raggiunge l’ombra. Chi continua a uscire dall’ombra e a dirigersi sotto il sole e poi ritorna all’ombra è uno sciocco. Un uomo saggio rimane permanentemente all’ombra. Similmente, la mente di colui che conosce la verità non lascia Brahman. Al contrario, la mente dell’ignorante si aggira nel mondo, sentendosi miserabile e dopo un po’ di tempo ritorna a Brahman per sperimentare la felicità. In effetti, ciò che è chiamato mondo è soltanto pensiero. Quando il mondo scompare, cioè quando non c’è pensiero, la mente sperimenta felicità e quando il mondo appare, attraversa miseria.”
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– http://it.wikipedia.org/wiki/Ramana_Maharshi