Che cosa vogliamo davvero? Scoprire la felicità di un luogo di pace! Come? Con la meditazione? In che modo? Rimani con ciò che è, ma senza sforzo. Quando la distanza tra colui che osserva, ciò che è osservato, e l’atto dell’osservare si annulla, sia durante la meditazione che tra una meditazione e l’altra, allora sei in procinto della meta.
«La nostra vita è una serie di richieste di conforto, sicurezza, posizione, realizzazione, felicità, riconoscimenti e ci sono anche rari momenti in cui vogliamo scoprire che cos’è la verità, che cos’è Dio. Perciò Dio o la verità diventano sinonimi della nostra soddisfazione.
Vogliamo sentirci gratificati e quindi la verità diventa il fine di tutta la ricerca, di tutti gli sforzi, e Dio diventa l’ultima dimora di pace. Ci spostiamo da uno schema all’altro, da una gabbia all’altra, da una filosofia, da una società all’altra, sperando di trovare la felicità, non solo nelle relazioni con le persone, ma anche quella di un luogo in cui la mente non sia mai più disturbata, in cui smetta di sentirsi torturata dal proprio scontento.
Potremmo dirlo con parole diverse, potremmo usare un gergo filosofico, ma è questo che tutti vogliamo – un luogo in cui la mente possa riposare e non sia più torturata dal suo stesso lavorio, dove non ci sia più dolore.»
– The Collected Works vol VIII, p 328
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– it.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti
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