PUOI DIRE QUALCOSA SU REALTA’ E IRREALTA’?
Per spiegare il “reale” e l'”irreale” viene spesso usata l’analogia dell’ombra. Un’ombra è irreale, nel senso che la sua esistenza dipende dal sole. In quanto ombra, però, è reale. Quindi è reale e irreale allo stesso tempo. La manifestazione dipende per la sua esistenza dalla Coscienza. La Coscienza è intrinseca a ogni oggetto della manifestazione. La Coscienza trascende la manifestazione, ma vi è immanente.
La manifestazione é contenuta nella Coscienza.
Nel secondo stadio, prima della comprensione definitiva, entrano in gioco tutti i possibili concetti. Si ritiene che stia all’individuo sforzarsi per unirsi a Dio. A questo livello, ancora di soggetto-oggetto, il Nirvana e il Samsara sono ancora percepiti come due cose distinte. Si parla di oceano del samsara, del dolore che va attraversato. Il Jiva deve attraversarlo, e può farlo solo attraverso una Sadhana. Il cercatore inizia così a praticare tutta una serie di sadhana. Pratica per anni. Per anni osserva ciò che accade, scoprendosi pieno di orgoglio e presunzione. Poi, tranquillizzandosi nella contemplazione, getta via tutto quanto. I Sufi lo paragonano a una cerimonia in cui si brucia tutto ciò che si é imparato e che si pensa di aver ottenuto.
Nel terzo stadio, si comprende che il mondo é tanto irreale quanto reale. Con questa comprensione, la conoscenza diventa stabile e nell’organismo in cui é avvenuta l’illuminazione non c’é più desiderio di parlarne agli altri, o di cambiare il mondo.
Il terzo stadio é l’accettazione di Ciò che E’, nella sua immanenza e nella sua trascendenza. Nirvana e samsara non sono più due. Il samsara è l’espressione oggettivata del nirvana.
La comprensione finale è l’Essere. Non si tratta di vedere alcunché. Tutto è apparenza, e questa apparenza é vista attraverso l’organismo, attraverso i sensi, senza un individuo che vede. Se si continua a dire ; “Vedo le montagne”, lo si dice solo in virtù della presenza della Coscienza. Infatti le montagne sono viste dalla Coscienza, che è allo stesso tempo le sue apparenze. La Totalità della manifestazione è una apparenza creata dalla Coscienza nella Coscienza. E l’attività della manifestazione che chiamiamo vita é anch’essa Coscienza. La Coscienza crea e guida le figure di miliardi di esseri umani. E ogni parte é messa in scena dalla Coscienza.
Nello stadio finale si comprende la domanda: “Perché esiste la Lila (il gioco della vita)?”, e i problemi svaniscono. Il cercatore non prova più l’ardente desiderio d’insegnare al mondo ciò che ha imparato, perché sa di non aver imparato niente. La comprensione é giunta come un dono da Dio, é un dono della Totalità, per Grazia. le parole vengono dopo.
Con l’illuminazione, non c’è nessuno che si consideri fortunato. Se l’individuo si considera fortunato per aver ottenuto l’illuminazione, non é vera illuminazione.
(Da: – La coscienza parla – Ramesh S. Balsekar)
– Ramesh Balsekar – Macrolibrarsi.it
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– https://en.wikipedia.org/wiki/Ramesh_Balsekar