Lasciate ogni percorso spirituale. Restate a casa vostra. Gettate i vostri tofu e la pretesa di pace attraverso l’alimentazione, lo yoga o il tai-chi-chuan. Guardate. Sentite. Guardate quanto fuggite dalla realtà quotidiana. Nessuna ricetta, nessun esercizio, nessuna attitudine da perseguire. Essere lucidi. Sentite la pena, la tristezza, la paura. È Dio in attività. È la vostra fortuna. Quando non pretendete più che le cose dovrebbero essere diverse da come sono, ma vi donate a ciò che è nell’istante, tutto è possibile.
(Eric Baret)
La consapevolezza non è uguale al pensiero. È una qualità che lo supera, sebbene ne faccia uso, rispettandone la validità e la forza. Può essere considerata come un recipiente che trattiene e incorpora il pensiero, aiutandoci a vedere e a conoscere i nostri pensieri come tali, impedendoci di considerarli una realtà.
(Dovunque tu vada ci sei già – Jon Kabat-Zinn)
Come una pianta diventa prigioniera del suo vaso, l’uomo diventa prigioniero del suo ego, chiuso nella sua limitata coscienza mentale. Allora non può più sentire o amare, o gioire, o provare dolore. È prigioniero del suo ego prigioniero del suo vaso nel vaso della sua coscienza mentale e non può che morire, man mano. A meno che non sia una pianta forte. Allora può far scoppiare il vaso uscire dal guscio del suo ego e mettere radici ancora nella terra, nella terra viva.
(D.H. Lawrence)
Quand’ero giovane ero un rivoluzionario e tutte le mie preghiere a Dio erano: “Signore, dammi la forza di cambiare il mondo!”. Quand’ero vicino alla mezza età e mi resi conto che metà della vita era passata senza che avessi cambiato una sola anima, cambiai la mia preghiera in: “Signore, dammi la grazia di cambiare tutti quelli che sono in contatto con me. Solo la mia famiglia e i miei amici e sarò contento”. Ora che sono vecchio e i miei giorni sono contati, comincio a capire quanto sono stato sciocco. La mia sola preghiera ora è: “Signore, fammi la grazia di cambiare me stesso”. Se avessi pregato per questo fin dall’inizio non avrei sprecato la mia vita.
(Sufi Bayazid)
Noi dobbiamo amare Dio attraverso tutte le cose buone e cattive, indistintamente. Finché lo amiamo nelle cose buone, ci illudiamo soltanto di amarlo; in realtà amiamo qualcosa di terreno a cui diamo il nome di Dio. Non dobbiamo tentare di trasformare il male in bene, cercando dei compensi o delle giustificazioni al male. Dobbiamo amare Dio attraverso il male che c’è nel mondo, unicamente perché tutto quel che avviene è reale e dietro ogni realtà si trova Dio.
(W Simone Weil)