Come possiamo sfruttare al meglio questa perfetta rinascita umana, il prezioso corpo umano che abbiamo ricevuto? Come possiamo renderla più benefica non solo per noi stessi, ma anche per gli altri preziosi esseri viventi? Proprio come noi, infatti, innumerevoli altri esseri senzienti cercano soltanto la felicità e non vogliono la sofferenza. Come possiamo rendere le nostre vite proficue per il loro bene? Questa è la domanda principale che dovremmo porci.
Se ci preoccupiamo per gli altri, ci dedichiamo alla loro felicità, automaticamente ci prendiamo cura anche di noi stessi. Cercare di rendere felici gli altri è il modo migliore per amare noi stessi. Allo stesso modo, se facciamo del male agli altri, facciamo del male a noi stessi. Danneggiare gli altri non ci porta né pace né felicità, solo tristezza e dolore, ora e in futuro. Contribuire alla felicità degli altri è al contrario il modo migliore per essere felici; ne è la conseguenza naturale, accade spontaneamente, perché rendere felice il nostro prossimo ha un effetto benefico sulla nostra mente.
Al contrario, se agiamo con motivazioni negative, se danneggiamo gli altri lasciamo delle impronte negative nel nostro continuum mentale che si manifestano in seguito come risultati indesiderabili, sensazioni sgradevoli o dolorose. Questa è la vera causa dei problemi della nostra vita; è così che hanno inizio. La loro origine è nella nostra mente, nei nostri pensieri negativi, e il risultato è la sofferenza che sperimentiamo, in questa vita o in quelle future.
Azioni sane – positive, a beneficio degli altri, fatte con compassione, con sincerità, che portano felicità agli altri – lasciano invece impronte positive che si manifesteranno come sensazioni piacevoli, desiderabili, sotto forma di benessere, successo e di tutte le esperienze che desideriamo. Questa è la causa della felicità, fino all’illuminazione. Una vita quotidiana felice, piacevole e appagante – da oggi fino all’illuminazione – è il risultato di una mente positiva, di una motivazione positiva e di azioni positive.
Ecco perché il Buddha della Compassione, Sua Santità il Dalai Lama, dice spesso che amare gli altri è il modo migliore per prendersi cura di noi stessi. Sua Santità lo definisce “egoismo saggio”, o intelligente, perché, come ho accennato, amando gli altri, astenendosi dal fare loro del male, offrendo loro tutti i benefici, qualsiasi nostro desiderio di felicità, sia ora che in futuro, sarà realizzato.
Questo significa vivere una vita fondata sulla compassione. Pertanto, la risposta alla domanda su come utilizzare al meglio la nostra esistenza è vivere con compassione e saggezza.
Da sola, infatti, la compassione non basta. Dobbiamo anche sviluppare la saggezza. E in che modo si sviluppa? Di certo non esiste in pillole, né si ottiene seguendo una dieta speciale o trapiantando il cervello o il cuore di qualcun altro nel nostro corpo. La saggezza è il risultato del nostro sforzo, della nostra pratica di meditazione; proviene dall’ascolto degli insegnamenti, dalla riflessione e dalla meditazione.
Pertanto, abbiamo bisogno di ricevere insegnamenti privi di errori, ottenere una corretta comprensione, eseguire le pratiche fino a ottenere le giuste realizzazioni. Questo è estremamente importante perché così facendo non sprechiamo la nostra vita, non ci perdiamo su una strada sbagliata e possiamo realizzare il nostro potenziale che è illimitato come il cielo. Tutti gli esseri viventi desiderano solo la felicità e la completa liberazione dalla sofferenza. Lo scopo della nostra vita è di beneficiare tutti loro, nel modo più ampio possibile.
Dobbiamo imparare a riflettere e meditare. Leggere una prescrizione medica di certo non serve per curare una malattia: bisogna assumere il farmaco secondo le indicazioni del medico. Analogamente, la mera comprensione intellettuale degli insegnamenti non è sufficiente. Dobbiamo addestrare la mente.
Per porre fine a tutte le nostre sofferenze, al ciclo di vecchiaia, malattia, morte e rinascita e ai problemi dello stadio intermedio, dobbiamo curare la nostra mente malata e guarire completamente dalla malattia mentale: le emozioni distruttive e le afflizioni mentali che causano ogni esperienza indesiderata. Dobbiamo farlo per la nostra pace definitiva e per quella degli altri.
Da un tempo senza inizio, abbiamo goduto di qualsiasi piacere mondano. Non c’e’ una sola esperienza temporanea che ci resta da vivere. Ciò che è davvero nuovo, ciò che non abbiamo mai sperimentato prima, è la grande pace che risulta dalla cessazione di ogni sofferenza, morte e rinascita; la felicità ultima che sorge attraverso la completa cessazione della vera causa della sofferenza: l’ignoranza. Questa è la sola esperienza che non abbiamo mai provato prima d’ora.
Raggiungere questo grande risultato, che si ottiene attualizzando gli stadi del sentiero, è uno impegno che dobbiamo affrontare solo una volta, e una volta per tutte. Realizzata la felicità eterna, la cessazione di ogni sofferenza, non potremo mai più soffrire, perché il seme dei problemi che abbiamo piantato nel nostro continuum mentale, è stato completamente distrutto, completamente purificato. Quindi, sarà impossibile soffrire di nuovo, non ce ne sarà ragione, non ci sarà causa. Arrivati alla fine del sentiero, non dovremo mai più ripercorrerlo di nuovo, non dovremo continuare a praticare. Una volta raggiunto l’obiettivo, questo dura per sempre. Di conseguenza, dedicare la propria vita a questo scopo è estremamente importante. È la cosa più utile che che potete fare.
C’è un testo tibetano, I tre aspetti principali del sentiero, scritto dal grande maestro Lama Tsongkhapa, che racchiude i tre punti essenziali del sentiero verso l’illuminazione così come insegnato dal Buddha: la rinuncia, la bodhicitta e la retta visione. Questi tre aspetti portano alla liberazione, alla felicità eterna, alla completa liberazione dai regni della sofferenza dell’esistenza ciclica, il samsara. La loro pratica taglia alla radice tutte le forme di sofferenze, l’ignoranza, la mente inconsapevole e porta all’impareggiabile beatitudine dell’illuminazione.
Lama Tsongkhapa era un grande essere illuminato, una manifestazione di Manjushri, il Buddha della Saggezza, l’incarnazione della saggezza di tutti i buddha. Il suo oceano di buone qualità era illimitato come il cielo, la sua mente santa era completa in tutte le realizzazioni ha offerto benefici infiniti a tutti gli esseri senzienti e agli insegnamenti del Buddha.
Lo scopo della vita, quindi, non è semplicemente risolvere i nostri problemi e ottenere la felicità per noi stessi. Lo scopo della vita è essere utile agli altri, di beneficio per gli esseri senzienti, siano essi uno solo o molti.
La vera ragione per cui siamo vivi è liberare gli innumerevoli altri esseri senzienti dalla sofferenza e condurli all’insuperabile felicità della piena illuminazione. Questo è il senso della nostra vita. Ognuno di noi ha la responsabilità universale di portare la massima felicità a tutti gli esseri senzienti. Perché abbiamo questa responsabilità universale? Se generate compassione nella vostra mente, non farete del male a nessuno. La pace e la felicità sono l’assenza di azioni negative, non far del male agli altri ma offrire loro felicità e pace. Più grande è la vostra compassione, più utili sarete per gli altri e la pace e la felicità che sperimentano ne saranno il risultato. Quindi dipende tutto da voi, è nelle vostre mani, perché sta a voi decidere se generare o meno la compassione verso il prossimo. Se non lo fate, non riceveranno la pace e la felicità che avete da offrire; se lo fate, riceveranno da voi pace e felicità. Ecco perché avete la responsabilità universale di portare pace e felicità a ogni essere senziente.
Ora fermatevi per un momento, smettete di leggere e meditate sul senso di responsabilità universale così come l’ho appena spiegato: se avete compassione per tutti gli esseri viventi, ognuno riceverà da voi grande pace e felicità; non farete del male a nessuno. Pensate: “Tutta la pace e la felicità che gli altri sperimenteranno e di cui godranno dipende da me”. Cercate di sentire in voi la responsabilità universale della pace e della felicità di tutti gli esseri senzienti. Meditate così: “Sono responsabile per la pace e la felicità di tutti gli esseri senzienti”.
Sarebbe meraviglioso se riusciste a portare questo tipo consapevolezza nella vostra vita di tutti i giorni. Anche se non si riuscite a fare molte altre pratiche – recitare i mantra, fare sadhana o altre pratiche preliminari – se siete in grado semplicemente di tenere a mente che lo scopo della vostra vita è quello di portare felicità a tutti gli esseri senzienti e sentirvi responsabili di questo, se mantenete questo atteggiamento, ricordandolo più e più volte nell’arco della giornata, darete un grande significato alla vostra vita e naturalmente, spontaneamente, farete del bene agli altri.
Se riuscite a mantenere la consapevolezza della vostra responsabilità universale, tutto ciò che farete – camminare, stare seduti, dormire, lavorare, parlare, mangiare, qualsiasi azione compiate – sarà trasformata dalla vostra motivazione. Ogni azione del vostro corpo, della vostra parola e della vostra mente diventerà immediatamente un servizio per gli altri esseri senzienti.
Quando dormite, dormite per gli altri; quando mangiate, mangiate per gli altri; quando lavorate, lavorate per gli altri; quando parlate, parlate a beneficio degli altri, per portare loro la felicità. Nel momento in cui il vostro atteggiamento cambia in questo modo, qualsiasi cosa voi facciate diventa un’azione a beneficio degli altri, diventa Dharma.
(Lama Zopa Rinpoche – Tradotto da “Virtue and Reality: Method and Wisdom in the Practice of Dharma” – Testo integrale in inglese – Tradotto da: Carolina Lami)
– Lama Zopa Rinpoche (amazon)
– Lama Zopa Rinpoche (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Thubten_Zopa_Rinpoche
– https://www.facebook.com/lamazoparinpoche
– Lampi di Saggezza (facebook)
– Fonte
Condivido in toto tutto quel che è riportato nel testo ed è quel che ho provato a fare. Ma quando si cerca di aiutare un prossimo che anziché riconoscerlo, non fa altro che attaccarti, calunniarti, offenderti, mancarti di rispetto e gratitudine e tutto questo perché? Perché dalla sanità stessa riconosciuta una persona mentalmente instabile, bipolare, allora cosa fare? Iniziare a pensare a se stessi???
Ottima osservazione! Purtroppo – in un caso così particolare come quello che hai descritto – l’eccezione non conferma la regola. Grazie.