A proposito delle divinità femminili nel Buddhismo tibetano. «Tara Cittamani è Colei che “libera rapidamente” Tara è senza dubbio la divinità femminile maggiormente invocata nei rituali buddhisti. È la benevola protettrice da tutte le forme di pericolo, Tara racchiude in sé tutte le altre manifestazioni e qualità energetiche della divinità. Tara Cittamani appartiene alla classe del Mahanuttarayogatantra, lo Yogatantra supremo.
Tara (in tibetano: Dolma: “la liberatrice”) da un punto di vista storico fu il primo essere di aspetto femminile che generò Bodhicitta (la motivazione di ottenere lo stato di Buddha per il beneficio di tutti gli esseri). Tara è un essere illuminato e rappresenta una manifestazione femminile di Buddha, una espressione della saggezza illuminata. Il suo colore verde smeraldo è simbolo dell’elemento aria e quindi del movimento. Come personificazione dell’elemento aria, il tramite attraverso il quale i Buddha compiono le loro azioni virtuose, Tara è il principio attivo della compassione ed è sempre in grado di portare a compimento ogni genere di attività mondana o sovramondana.
La sua mano destra compie il mudra (gesto) del dono, che simboleggia la sua capacità di fornire agli esseri ciò che desiderano. La sua mano sinistra all’altezza del cuore è nel mudra di offrire rifugio: pollice e anulare si toccano a simboleggiare la pratica combinata di metodo e saggezza mentre le altre tre dita sono sollevate per indicare i tre gioielli del rifugio – Buddha, Dharma e Sangha.
La gamba sinistra è ripiegata come simbolo di rinuncia alle passioni mondane mentre quella destra è distesa a significare la sua disponibilità a venire subito in aiuto di chiunque.»
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– Buddha e Buddismo (macrolibrarsi)
– Fonte