«Monaci, se guardiamo il tutto e non solo la parte, comprendiamo che anche noi siamo sistemi di interdipendenze, di sensazioni, di percezioni, di pensieri e di coscienza completamente interconnessi. Investigando in questo modo, arriviamo a renderci conto che non c’è alcun «io», «me» o «mio» in alcuna parte, proprio come un suono non appartiene ad alcuna parte del liuto. (Samyutta Nikaya)»
«Tutte le cose rispecchiano, interpenetrano ed effettivamente contengono tutte le altre cose. Questa è la natura organica dell’universo ed è detta, nel buddismo classico, reciproca interdipendenza. L’affinità e la coincidenza ne sono le manifestazioni superficiali. L’altro non è altro che me: questo è il fondamento dei precetti morali e dell’aspirazione a un genuino comportamento umano. Riconoscere con un sorriso il proprio lato oscuro e riconoscere con un sorriso il lato luminoso dell’altra persona è pratica. Mantenere il proprio lato luminoso sempre in vista e tenere tenacemente stretto il lato oscuro dell’altra persona non è pratica. (Robert Aitken)»
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