«Monaci, l’inesperto uomo comune, sperimenta sensazioni piacevoli, sensazioni dolorose, e neutre; anche l’esperto nobile discepolo, o monaci, sperimenta sensazioni piacevoli, dolorose e neutre; ora, o monaci, qual è la differenza, quale la distinzione, e in cosa differisce l’esperto nobile discepolo dall’uomo comune privo di istruzione [nel dhamma]?»
«Signore, per noi gli insegnamenti hanno le radici nel Bhagavan, il Bhagavan è la guida, il rifugio; Signore, sarebbe bene se il Bhagavan ci spiegasse il significato di questa enunciazione; avendolo udito dal Bhagavan, i monaci lo serberanno a memoria».
«Allora o monaci ascoltate e fate ben attenzione, io parlerò».
«Bene Signore!» risposero quei monaci al Bhagavan; ed il Bhagavan così parlò:
«Monaci, l’inesperto uomo comune, colpito da una sensazione dolorosa, prova tristezza, piange e si lamenta; si batte il petto, e in lui sorge confusione. Egli sperimenta due tipi di sensazione: fisica e mentale».
«Monaci, come se una persona venisse colpita da una freccia, e subito dopo da una seconda freccia, sicché quella persona sperimenterebbe una duplice sensazione. Allo stesso modo, l’inesperto uomo comune, colpito da una sensazione dolorosa, prova tristezza, piange e si lamenta; si batte il petto, entrando in uno stato di confusione.Egli sperimenta due tipi di sensazione: fisica e mentale».
«Allorquando viene toccato da una sensazione dolorosa, in lui sorge resistenza verso tale esperienza; provando resistenza verso quella sensazione dolorosa, in lui si sviluppa la tendenza latente alla resistenza verso le sensazioni dolorose; toccato da una sensazione dolorosa, egli cerca sollievo nel godimento dei piaceri sensuali. E per quale ragione? Perché l’inesperto uomo comune non conosce altra via d’uscita dalle sensazioni dolorose che il piacere dei sensi».
«E nel godere del piacere dei sensi, in lui si sviluppa la tendenza latente alla passione per le sensazioni piacevoli, essendo egli incapace di comprendere per come realmente sono il sorgere, lo svanire, i benefici, gli svantaggi e l’emancipazione da tali sensazioni».
«Ed in colui che è incapace di comprendere per come realmente sono il sorgere e lo svanire, i benefici, gli svantaggi e l’emancipazione da tali sensazioni, si sviluppa la tendenza latente all’ignoranza in riguardo alle sensazioni neutre».
«Sperimentando una sensazione piacevole, la sperimenta con attaccamento; sperimentando una sensazione dolorosa, la sperimenta con attaccamento; sperimentando una sensazione né dolorosa né piacevole, la sperimenta con attaccamento; questo o monaci, è detto ‘l’inesperto uomo comune, attaccato alla nascita, ad invecchiamento, morte, alla pena, al lamento, alla sofferenza, al dolore ed alla disperazione, attaccato al dukkha’, Io vi dico».
«Invece, o monaci, l’esperto nobile discepolo, allorché colpito da una sensazione dolorosa, non prova tristezza, non piange e non si lamenta; non si percuote il petto e in lui non sorge alcuno stato di confusione; egli sperimenta una sola sensazione, quella fisica, non mentale» .
«Monaci, come se una persona venisse colpita da una freccia, ma non da una seconda freccia, sicché quella persona sperimenterebbe una sola sensazione. Allo stesso modo, l’esperto nobile discepolo, colpito da una sensazione dolorosa, non prova tristezza, non piange e non si lamenta; non si percuote il petto, e in lui non sorge alcuna confusione. Egli sperimenta una sola sensazione, quella fisica, non mentale».
«Allorquando toccato da una sensazione dolorosa, in lui non sorge resistenza verso tale esperienza; non provando resistenza verso quella sensazione dolorosa, in lui non si sviluppa la tendenza subconscia alla resistenza verso le sensazioni dolorose; toccato da una sensazione dolorosa, egli non cerca sollievo nel godimento nei piaceri sensuali. E per quale ragione? Perché l’esperto nobile discepolo conosce un’altra via d’uscita dalle sensazioni dolorose che il piacere dei sensi».
«E non indulgendo nel piacere sensuale, in lui non si sviluppa la tendenza subconscia alla passione per le sensazioni piacevoli, essendo egli capace di comprendere per ciò che realmente sono il sorgere, lo svanire, i benefici, gli svantaggi e l’emancipazione da tali sensazioni».
«Ed in colui che è capace di comprendere per come realmente sono il sorgere, lo svanire, i benefici, gli svantaggi e l’emancipazione da tali sensazioni, non si sviluppa la tendenza subconscia all’ignoranza in riguardo alle sensazioni neutre».
«Sperimentando una sensazione piacevole, egli la sperimenta con distacco; sperimentando una sensazione dolorosa, egli la sperimenta con distacco; sperimentando una sensazione né dolorosa né piacevole, egli la sperimenta con distacco; questo o monaci, è detto ‘l’esperto nobile discepolo, emancipatosi da nascita, invecchiamento, morte, da pena, lamento, sofferenza, dolore e disperazione, emancipatosi dal dukkha’, Io vi dico».
«Questa o monaci, è la differenza, questa la distinzione, in ciò differisce l’esperto nobile discepolo dall’inesperto uomo comune.»
Il saggio che molto ha appreso,
non sperimenta sentimenti [mentali] piacevoli e dolorosi;
questa è la grande differenza nelle abilità fra il saggio e l’uomo comune.All’esperto che ha compreso la realtà,
che chiaramente vede questo mondo e oltre,
gli oggetti appetibili non ne disturbano la mente,
egli è senza avversione verso l’indesiderabile.Trascese attrazione e repulsione,
distrutte, per lui non esistono più.
Avendo compreso il sentiero immacolato e privo di dolore,
con pieno discernimento, ha trasceso ogni forma di esistenza [condizionata].
[Il Discorso della Freccia (Sallasutta) || Buddhismo antico (Saṃyutta Nikāya, 36.6)]