Una semplice, ma profonda preghiera del santo e saggio buddista Shantideva, vissuto nell’ottavo secolo.
«Mediante le virtù di questo sforzo compiuto per accedere alle vie che conducono all’illuminazione, tutti gli esseri viventi vengano ad impegnarsi in questa strada. Possano tutti gli esseri, ovunque si trovino, sofferenti nel corpo e nella mente, ottenere un oceano di felicità e di gioia per virtù dei miei meriti. Perché fintantoché essi rimangono nell’esistenza ciclica possa la loro felicità terrena mai diminuire, e possano tutti loro ininterrottamente ricevere onde di gioia da Bodhisattva.
Possano coloro che sono indeboliti dal freddo trovare calore e possano coloro che sono oppressi dal calore trovare refrigerio nelle illimitate acque che sempre scorrono dalle grandi nuvole dei (meriti) di Bodhisattva.
Possano tutti gli animali essere liberi dalla paura di essere divorati gli uni dagli altri; possano gli affamati fantasmi essere felici quanto gli uomini del Continente Settentrionale.
Possano i ciechi riconoscere le forme, possano i sordi udire i suoni, e come avvenne a Mayadevi, possa ogni donna incinta partorire senza dolore. Possa il nudo trovare il vestito, e l’affamato il cibo; possa il disperato trovare nuova speranza, costante felicità e prosperità.
Possano tutti coloro che sono sofferenti e malati rapidamente essere liberati dalla loro sofferenza, e possa mai più verificarsi alcuna malattia nel mondo.
Possa il timoroso cessare di avere paura e coloro che sono prigionieri essere liberati; possano gli impotenti trovare il potere, e possa la gente avere pensieri di amicizia. Possano tutti i viandanti trovare felicità, ovunque si rechino, e senza alcuno sforzo siano in grado di compiere quanto si sono proposti di fare.
Possano coloro che salpano con nave o barca ottenere qualunque cosa essi desiderino, e dopo essere felicemente tornati a casa ritrovarsi in gioia con i loro parenti.
Possano i viandanti inquieti che hanno perduto la strada incontrare compagni di viaggio e senza alcun timore di ladri o tigri possa il loro cammino essere facile, senza alcuna fatica.
Possano coloro che si trovano nello spaventoso deserto senza sentiero, i bambini, gli anziani, gli abbandonati, gli stupidi ed i malati di mente essere protetti da benefattori celesti.
Possano tutte le donne incinte partorire senza dolore, come la tesoreria dello spazio, e senza (ciò che è l’origine di) dispute o torto alcuno, possano esse godere come desiderano.
Possano tutte le creature incarnate ininterrottamente ascoltare il suono di Dharma proveniente da uccelli ed alberi, raggi di luce e dello spazio stesso.
Possano i Celesti portare le piogge nel giusto momento, affinché il raccolto sia abbondante.
Possano i regnanti sempre agire in accordo con Dharma ed i popoli della terra sempre prosperare.
Possa nessuna creatura vivente mai soffrire, fare del male o ammalarsi; possa nessuno avere paura o essere sminuito, o il suo animo essere depresso.
Possano le creature mai sperimentare la miseria di regni inferiori, e possano mai conoscere alcuna privazione. In una forma fisica superiore a quella degli dei possano esse rapidamente raggiungere il buddismo. Infatti, finché durerà lo spazio e finché vi saranno esseri viventi, fino ad allora anch’io mi impegnerò a cacciare la miseria dal mondo.
Possano tutte le pene delle creature viventi maturare (unicamente) su di me, e attraverso la potenza del Bodhisattva Sangha possano tutti gli esseri provare la felicità.»
Brani tratti dall’introduzione di “Impegnati sulle vie del Bodhisattva”, del santo e saggio buddista Shantideva, vissuto nell’ottavo secolo.
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– Buddha e Buddismo (macrolibrarsi)
– Il cammino dei Bodhisattva – Shantideva
– Fonte