Non basta avere conseguito il titolo di ghesce (Ghesce è un dottorato, che si consegue con uno studio di tipo universitario) per essere degni dell’appellativo di lama (Lama è il maestro spirituale, il guru). Per ignoranza, in Tibet si diceva che un gran lama era distinguibile dagli altri per il gran seguito di gente a cavallo che gli faceva da scorta. Era una falsa convinzione.
Poteva capitare che un monaco o una persona comune, pur avendo sviluppato grandi qualità di compassione, se non aveva una grande carovana al seguito non veniva considerato come un grande maestro. Questo è totalmente sbagliato e induce in errore. Nello stesso modo, nella società tibetana vigeva la disdicevole abitudine di rincorrere tutti coloro che venivano detti reincarnati o tulku (Tulku, secondo le credenze tibetane, è un bodhisattva reincarnato), e di disinteressarsi dei ghesce veramente qualificati. I tulku o i lama reincarnati divennero così quasi una classe sociale. Spesso mi diverto a scherzare dicendo che si può diventare lama ma non tulku, intendendo che si può essere ben qualificati anche senza detenere il titolo di tulku. Poi ci sono i tulku lama, che hanno un vasto stuolo di seguaci, coi loro attendenti e maestri di rituali e così via. Ma i reincarnati, in sé, non detengono alcuna qualità speciale, nemmeno rispetto alle pratiche. In questo caso è meglio chiamarlo semplicemente tulku, ma non lama.
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– https://it.wikipedia.org/wiki/Dalai_Lama
– Frasi celebri del Dalai Lama