I Buddhisti da sempre hanno sottolineato il concetto di impermanenza: tutto cambia, nulla permane, dice anche il Tao, nulla e’ sempre se stesso, il divenire e’ la legge di tutte le cose. Noi ci troviamo immersi in una cultura, che ha formato regole per la nostra mente, cioe’ conosciamo secondo modi obbligati, convenzionali. Quando un paradigma cambia, si ha un forte scossone culturale. Possiamo arrivare ad un punto in cui le cose che crediamo vere cessano di essere assolute, tutto diventa relativo e perdiamo le sicurezze acquisite. Cio’ accade anche nella vita, e non si tratta di un punto finale bensi’ di un inizio.
“Ti domanderanno come si traversa la vita. Rispondi: in bellezza, con cautela e oscillando.” (Morya)
Il Buddhismo insegna la relativita’ del reale e del conoscere, per cui:
– possiamo avere domande senza risposta;
– e’ meglio riconoscere di non sapere piuttosto che credere di sapere;
– la natura e’ paradossale e dunque non entra tutta nella nostra logica;
– nulla e’ certo;
– se qualcosa sembra certo oggi, puo’ non esserlo domani;
– nulla dura uguale a se stesso sempre;
– tutto cambia e si trasforma;
– in etica come nella scienza tutto e’ mutevole.
Possiamo dunque appoggiarci solo a verita’ e conoscenze parziali e provvisorie.
(Fonte masadaweb)