L’autentico risveglio del Buddha, il vero risveglio non può essere realizzato seguendo il nostro spirito ordinario, seguendo il funzionamento della mente che vuole, che non vuole, che crea categorie a proposito di ogni cosa, opinioni che rinchiudono la vita nelle proprie concezioni. Zazen realizza una totale rivoluzione in rapporto al modo abituale di funzionamento della mente. Non è più possibile funzionare con “bisogna fare questo, bisogna fare quello”.
Zazen ci trascina oltre questa dimensione ordinaria. Nel dojo è lo sforzo che ci porta al di là di ogni sforzo, lo sforzo necessario per assumere la postura di zazen, e, una volta assunta, seguirla affidandoci ad essa con fiducia. Non si tratta di uno zazen teso, volontaristico. Si tratta piuttosto di assumere una postura stabile e lasciar fare, correggendola semplicemente di tanto in tanto. Col tempo tutto ciò avviene naturalmente. I principianti devono invece seguire le raccomandazioni del godo (il monaco responsabile – ndr).
La rivoluzione di zazen consiste nel creare la propria vita a partire da zazen, senza voler imitare un modello, nemmeno Buddha. Ispirarsi al suo insegnamento, meditarlo, ma nella vita reale, senza imitazioni, con una creazione di ogni istante, lasciando che sia zazen ad ispirarci, tornando regolarmente allo spirito vasto di zazen. Lo spirito del Buddha è lo spirito liberato da tutti i suoi attaccamenti. La cosa più importante è vedere chiaramente che cosa avviene, accettare ciò che è nell’istante presente, riconoscere ciò che succede in sé e tornare alla postura, senza ristagnare su nulla, realizzando lo spirito vasto che riunisce ogni cosa.
E’ quanto esprime il mondo tra Seigen e Sekito, che gli aveva chiesto qual era l’essenza più segreta del buddhismo: “Questo è impossibile da afferrare e da comprendere”. L’ego desidera sempre spiegazioni, vuole capire, possedere.
“Il vasto cielo non è disturbato dal passaggio delle nubi”. Lo spirito vasto non è disturbato da nulla, è oltre ogni oggetto. Non è necessario creare il vuoto nel proprio spirito, recidere le illusioni: se praticate zazen con questo obiettivo, la vostra pratica ne sarà disturbata. Osservate dal punto di vista di zazen che avete questo obiettivo, accettatelo e lasciate passare. Inglobate e andate al di là di ciò che sorge dal vostro spirito.
Questa mattina parlavo delle differenti maniere di praticare zazen con lo spirito dell’essere umano ordinario. Non è necessario rimpiangerlo o volersi opporre ad esso. Ciascuno è al contempo essere umano e Buddha, come il diritto e il rovescio della stessa cosa. Zazen guarda dal punto di vista del Buddha con simpatia, ma senza attaccarsi. In questo modo potete allentare la tensione che lo spirito ordinario grava sulla vostra vita creando sempre nuove cose da desiderare o da evitare.
Durante la sesshin cercate, per quanto è possibile, di tornare sempre al “qui” del vostro corpo e all’ “ora” della vostra respirazione. Lì la vostra vita è molto semplice, senza le complicazioni che vi impediscono di essere in pace con voi stessi. Zazen significa rientrare a casa e sedersi in pace, con se stessi e con gli altri. Finché questa pace non è realizzata, avveleniamo il nostro ambiente. In questo senso la concentrazione sulla vostra pratica è il miglior regalo che potete fare agli altri.
(Sesshin di L’Arche diretta dal Maestro Roland Yuno Rech – Yui Butsu yo Butsu – Da Buddha a Buddha – Capitolo dello Shobogenzo del Maestro Dogen – Venerdì 26 maggio 1995, kusen delle 11:00)
– Shōbōgenzō – wikipedia
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– https://fr.wikipedia.org/wiki/Roland_Rech
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