Una volta, un certo studente arrivò al Centro Zen – pratica di meditazione – di Hyang-Bong e disse: “Maestro, vi prego, insegnatemi il Dharma!”.
Hyang-Bong replicò: “Mi dispiace, ma il mio Dharma è molto costoso”.
Lo studente: “E quanto costa?”
Hyang-Bong: “Quanto puoi pagare?”
Il discepolo mise la mano in tasca e ne tirò fuori alcune monete: “Questo è tutto il denaro che possiedo”.
Hyang-Bong disse “Anche se tu mi offrissi un mucchio d’oro grande come una montagna, il mio Dharma sarebbe ancora più costoso!”.
Sicché lo studente se ne uscì per andare a praticare lo Zen per conto suo. Dopo alcuni mesi di dura pratica ritornò da Hyang-Bong e disse: “Maestro, vi darò la mia vita, farò qualsiasi cosa per voi, sarò il vostro schiavo. Ma, vi prego, datemi l’insegnamento”.
Hyang-Bong disse: “Anche se tu mi offrissi mille delle tue vite, il mio Dharma sarebbe ancora troppo costoso”.
Completamente demoralizzato, il praticante se ne andò nuovamente. Dopo ulteriori mesi di dura pratica, egli ritornò e disse: “Maestro, Vi darò la mia mente. Mi insegnerete, ora?”
Hyang-Bong disse: “La tua mente è un secchio di fetente spazzatura. Non mi serve. Anche se tu mi offrissi diecimila menti, il mio Dharma sarebbe ancora troppo costoso per te!”
Di nuovo, il discepolo se ne andò per fare dura pratica. Dopo un altro pò di tempo egli arrivò alla comprensione che l’intero universo è vuoto. Così ritornò dal maestro e disse: “Ora comprendo quanto era caro il tuo Dharma!”.
Hyang-Bong disse: “E quanto è caro?”. Il discepolo gridò: “KWATZ!!!!”
Hyang-Bong disse: “No, è ancora più caro di così!”.
Questa volta, al momento di riandarsene, lo studente era completamente confuso e in preda ad una profonda disperazione. Allora fece il voto di non rivedere più il maestro finché non avesse raggiunto il supremo risveglio. Alla fine, quel giorno arrivò ed egli ritornò da Hyang-Bong: “Maestro, ora ho compreso realmente” disse, “Il cielo è blù… e l’erba è verde!”…
“No, No, No!” disse Hyang-Bong, “Il mio Dharma è ancora più caro di tutto ciò!”
A quel punto il discepolo si infuriò: “Io ho già compreso, non ho più bisogno del vostro Dharma, potete tenervelo e ficcarvelo nel culo!”.
Hyang-Bong scoppiò a ridere. Questo fece arrabbiare ancora di più lo studente, il quale si rigirò e fece per uscire dalla stanza. Appena ebbe passata la porta, Hyang-Bong lo chiamò: “Ehi, aspetta un minuto!” Il discepolo girò la testa e si fermò. “Non perderlo, questo mio Dharma, ora!” disse Hyang-Bong.
Nell’udire queste parole, il discepolo fu subito illuminato. Giunse le sue mani difronte a Hyang-Bong, sorrise e si allontanò.
(Tratto dal libro “Cenere che cade sul Buddha” di Seung Sahn – Trad. di Aliberth)
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